Ricordo di essermi fatto una chiacchierata con quest’albero. Fu un giorno curioso quello. Anche un po’ più del solito, intendo.
Mi ero accampato giusto la sera prima a breve distanza da un minuscolo villaggio norvegese di nome Styrkesnes. Mi piaceva il nome. Era solo un punto sulla mia cartina, così piccolo e isolato da sembrarmi assolutamente irresistibile. Si trovava al termine di una lunga deviazione dalla strada principale. Arrivati a Styrkesnes si poteva solo tornare indietro o proseguire a piedi. E questo è quello che feci: proseguii a piedi.
Approfittavo di una giornata abbastanza assolata per scaldarmi e sgranchirmi un po’ le ossa, rattrappite dalle lunghe e fredde giornate all’interno della mia auto. Un breve sentiero partiva, apparentemente ben segnalato, al termine dell’unica strada. Ero solo, ma avevo con me un buon bastone e lo zaino pieno di cibo ed equipaggiamento. Cosa poteva andare storto?
Un’ora dopo, mi persi.
Il sentiero non era così ben segnalato, come scoprii, e mi trovai ad attraversare una regione acquitrinosa e putrida, un’autentica palude. Temevo ad ogni passo di scivolare e slogarmi una delle caviglie, già fradicie.
Fu così che arrivai arrancando di fronte a quest’albero.
“Toh! che albero strano!” Pensai sorridendo.“Ha i rami solo da un lato!”
Controllai: i rami sul lato destro non erano stati tagliati. Non erano proprio mai cresciuti. D’altra parte, chi avrebbe fatto tutta quella strada per andare a sfoltire la chioma ad un albero in mezzo a una palude? L’albero aveva deciso di svilupparsi solo sul lato sinistro.
“Sai, albero” dissi dopo un poco, “io credo che tu abbia tutto il diritto di crescere come ti pare.
Certo, mi sei sembrato un po’ strano all’inizio, lo ammetto, e forse lo sei anche un po’, ma chi sono io per venirtelo a dire? Sono forse un albero, io? Che ne so io di come dovresti crescere? Anche i tuoi colleghi e i tuoi vicini di casa non sembrano essere della tua stessa idea, ma crescono forse dalle tue radici? Certo che no!
Tu non sei strano, albero, sei determinato.
Hai avuto un sogno, un’intuizione, e l’hai seguita fino in fondo. Bravo! È qualcosa io che non posso comprendere del tutto, ma ti invidio, albero, perché te ne stai lì, fiero, con i tuoi rami tutti belli e allungati su un lato solo, senza un segno di vergogna, senza nessun imbarazzo.
Allora lascia pure che parlino, gli altri alberi. Lascia che le loro foglie fruscino indignate e pettegole! Non ti capiscono e non ti capiranno mai, ma tu non hai bisogno della loro comprensione per crescere come diavolo ti pare! Rimani sempre come sei, albero: idealista, orgoglioso… e mancino!
Grazie per lo splendido esempio! Sei da ammirare, albero mio, e io ti renderò famoso!”
Ed ecco perché ho scritto questo articolo.
Glielo avevo promesso.

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“