È finalmente uscito il mio nuovo romanzo, Ifalik, disponibile in tutte le librerie e store online, anche in ebook.
Qui un paio di link: Amazon (per ebook e carta), AltreVoci Edizioni (carta)
Più giù vi lascio la trama “ufficiale”, ma voglio approfittare di questo momento per raccontarvi un po’ di cose. È passato parecchio tempo dal mio ultimo articolo pubblicato su questo blog, e guarda caso si trattava proprio dell’annuncio dell’uscita del mio precedente libro, The end. La direzione che ha preso la mia vita, negli ultimi anni, è evidente.
A voler tracciare un calendario di massima, l’apertura di questo blog è stata nel 2014 (o era il 2013?). Poi la pubblicazione di Sulla strada giusta, nel 2015. A molti molti anni di presentazioni, articoli e interviste segue un periodo di silenzio. Poi riappaio come Socio fondatore di AltreVoci Edizioni, 2020. The end, 2021. Ifalik, 2024. Tra alti e bassi in dieci anni ne ho scritte e dette di parole! Più di quelle che avrei voluto, in certi casi, ma meno di quelle che sarebbero servite.
Ad ogni modo, sono felice del percorso fatto, e dei miei tre libri in quasi 10 anni. Tre libri, tre generi diversi.
Sulla strada giusta, storia autentica di vita e di viaggio.
The end, thriller distopico.
E ora IFALIK, avventura e mistero.
Perché cambio continuamente?
Perché non ho fatto altro per tutta la vita. Chi mi conosce da un po’ forse ricorda che il motto del mio blog era: “Non tutti i vagabondi han perduto la via” (cit. di tolkeniana memoria).
A chi mi conosce da poco lo spiego: non siamo persi, sappiamo perfettamente dove stiamo andando. Stiamo solo seguendo un sentiero visibile a pochi soltanto. Stiamo cercando qualcosa, forse, o semplicemente non ci accontentiamo di un singolo panorama, consapevoli di quanta ricchezza ci sia nel movimento, quanta crescita nelle esperienze nuove.
In editoria non sarebbe consigliato cambiare troppo: meglio fissare il proprio nome su un solo genere e farsi conoscere. Oh, be’! Anche nel mondo dell’ingegneria era sconsigliato licenziarsi, eppure…
Non seguire i “saggi consigli” non è mai stato un grosso problema per me.
E poi il genere è solo una scusa, il fondale di un palcoscenico. In ognuno dei miei libri scrivo sempre delle stesse cose: di mondi imperfetti, di ambienti in apparenza ostili, e di persone che fanno di tutto per trovare il loro posto.
Era vero per me, in Sulla strada giusta; lo era per Matt Freeman, in The End; ed è vero anche per il bambino senza nome, in Ifalik.
Cambia lo sfondo, i personaggi che lo abitano e le loro battaglie, ma l’anima, il desiderio di vita è sempre lo stesso.
Come un panorama che scorre fuori dal finestrino, in un treno che ci porterà chissà dove.
TRAMA di IFALIK (spero vi piaccia):
È notte fonda quando il padre viene a prenderlo. Perché quella fretta? Dove stanno andando?
Lui è solo un bambino e non può opporsi. Ha paura, quando viene condotto fin dentro il cuore di una montagna. Piange, mentre viene spinto nel buio, al di là di una porta di legno che si chiude per diventare pietra, ma non serve a nulla. L’inferno in cui sembra essere precipitato è un’isola, un punto di domanda fatto di sabbia e roccia, intrappolato da un deserto d’acqua senza fine.
Inizia così la lotta per la vita di un bambino abbandonato senza spiegazioni in un mondo impossibile, in compagnia soltanto di un pulcino di peluche e di troppe domande senza risposta. Dovrà sopravvivere alla fame e alla sete, resistere alla solitudine, affrontare il terrore che un’altra tempesta distrugga tutto ciò che gli è più caro.
Ma chi è davvero il bambino che visse sull’isola sotto la montagna?
Dalla penna visionaria di Francesco Grandis, un’avventura indimenticabile, una storia di riscatto e sopravvivenza alle avversità, anche alle più improbabili.

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“