Stamattina, come tante altre volte, porto Michele all’asilo. Arrivati sul piazzale, e mentre sto per slacciargli le cinture del seggiolino, mi accorgo che ha una piccola macchiolina sul viso. Niente di catastrofico: solo una piccola goccia di latte che gli si è seccata sulla guancia.
In assenza di meglio, faccio quella cosa orribile che fanno i genitori ogni tanto: mi lecco il pollice e gliela strofino via. Alzo le mani e lo confesso: ho provato una sottilissima vena di soddisfazione a vedere Michele ribellarsi. Ci sarà stato in me un sentimento di rivalsa. Sono sicuro di aver pensato: “l’hanno fatto tante volte a me, ora tocca a te, caro mio!”
Già questo sarebbe un argomento di cui parlare a lungo, ma teniamolo per un’altra volta.
Il punto è che, per giustificare il mio perfido gesto, gli dico: “Michele, è importante avere il visino pulito”, e lui, di rimando, mi guarda perplesso, come se non ci credesse.
E ha ragione a non farlo. Non ci metto molto a farmi una domanda: “Importante… per chi?”
Per lui non di certo: un bambino non spreca un secondo del suo prezioso tempo a preoccuparsi di una innocua macchietta di latte sul viso, di avere i calzini spaiati o di una maglietta indossata al rovescio. E nemmeno per gli altri: quale adulto si stupirebbe a vedere un bambino un po’ disordinato di prima mattina? Nessuno, la considererebbe una cosa normale. Forse sorriderebbe, persino.
Allora per chi è importante? Per me, è questa la verità. È importante perché così quando le maestre all’asilo vedranno mio figlio, penseranno che ha un bravo papà, che lo tiene pulito e ordinato e vestito bene e fa tutte le cose che fanno i bravi papà. È importante per la mia immagine, non per la sua.
Ecco l’origine dell’inganno! Il momento in cui, senza volerlo, senza accorgermene, senza nemmeno pensarci, ho proiettato i miei valori su di lui, e gli ho fatto credere che una cosa, importante per me, fosse necessariamente importante anche per lui.
Quando “i grandi” mi hanno detto, tanti anni fa, che era importante avere una professione di prestigio, che era importante avere tanti soldi da parte, che era importante questo e quell’altro… hanno fatto la stessa cosa anche con me! E io ci ho creduto! Ma ho promesso di non ingannarti mai, amore mio.
Voglio farmi perdonare e gli dico la verità: “È importante per me che tu abbia il visino pulito, Michele, così le maestre penseranno che sono un bravo papà… e se proprio devo dirla tutta, forse non è importante nemmeno per me: chi se ne frega cosa pensano le maestre?”.
Dopo avergliela detta mi sento già meglio, e lui mi tira le braccia al collo, ansioso di farsi prendere in braccio.
Avrà capito la differenza? No, non credo, mi sembra troppo occupato a pensare ai giochi che lo stanno aspettando all’asilo, ma non importa: tu memorizzalo da qualche parte nella tua splendida testolina, Michele. Ricordati la macchietta sul tuo viso di oggi e forse un giorno, quando tu sarai già grande e io sovrappensiero ti dirò: “è importante che tu faccia questo o quell’altro”, tu mi chiederai: “per chi? per chi è importante?”, e io dovrò risponderti.
Chieditelo sempre, amore mio: per chi?
E non alzare un dito prima di aver trovato una risposta sincera a questa domanda.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“