(Dedicato a chi sta cambiando, cambierà o è già cambiato)
Nella vita si possono cambiare volontariamente molte cose, in cerca di una maggiore serenità: lavoro, amici, compagni, case, paesi, noi stessi. Da una decina di anni la mia vita è diventata un bel po’ movimentata, e non c’è giorno in cui non ringrazi chi di dovere per tutti i cambiamenti che sono riuscito a ottenere, ma non tutte le persone che ho avuto accanto hanno avuto la stessa reazione a ciò che ho fatto. In questo decennio ho capito che, di fronte al cambiamento, negli altri ci sono sostanzialmente tre tipi di reazione.
Ci sono le persone che lo comprendono. Queste sono le più rare e preziose, le più vicine al cuore o alla mente. Sono i buoni amici, quelli veri, qualche che sia l’effettiva vicinanza o il grado di parentela. Si fanno scoperte davvero insospettabili e piacevoli tra le persone di questa categoria.
Poi ci sono quelli che non comprendono il cambiamento, ma lo accettano. Sono le persone con cui forse non c’è una totale sintonia, ma c’è almeno abbastanza affetto reciproco da superare la differenza di vedute. Dobbiamo essere comprensivi: in fondo, le persone che avevamo accanto “prima” erano in equilibrio con una persona diversa rispetto al “dopo”.
Infine ci sono quelli che non fanno né l’una né l’altra cosa: non comprendono e non accettano. Questa dissintonia si manifesta in una varietà di modi: con l’indifferenza, con il sarcasmo, con il distacco, perfino con la rabbia. Capita spesso tra i conoscenti (pazienza!) ma è davvero triste quando avviene in persone che consideravamo vicine, amici o parenti che fossero. E avviene, purtroppo. Che fare? Per quanto riguarda me, ho provato a parlarci, ho provato a convincerli, a ragionarci, a parlare alla loro testa o ai sentimenti, a incazzarmi, a versare lacrime, ma non c’è mai stato verso.
Qualcuno ha detto: “una amicizia che si interrompe non è mai stata vera amicizia”. Non so se è vero, ma di sicuro so che quei rami, presto o tardi, si seccano. Resta solo un’unica cosa da fare: stringere i denti e potare, per lasciar spazio ai germogli verdi e freschi che verranno.
L’ho fatto, ha fatto male, ma in fin dei conti non mi sono mai pentito, e il dolore e la tristezza se ne sono andati presto, sostituiti da un senso di leggerezza.
Amici, sfrondate lo “sfrondabile”: la salute dell’intera pianta è più importante del singolo rametto.

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“