Chilometro 1988 – Giorno 9 – Da qualche parte sul Ringkøbing Fjord, Danimarca.
Questa foto ha una storia simpatica e anche un po’ tenera, se avete la pazienza di leggerla tutta, ma si astengano i duri di cuore!
Me ne stavo seduto a godermi la luce del tramonto sulle dune di sabbia, quando ho iniziato a soffermarmi sui cinguettii del particolare tipo di uccello che abita queste zone. Normalmente non farei troppo caso a questo genere di cose, ma vuoi l’essere solo, vuoi il contatto con questa natura semplice e silenziosa, alla fine sono rimasto in ascolto per una buona mezz’ora. Mi sono sorpreso dalla stupefacente varietà e rapidità dei suoni e delle espressioni. Qualcosa di completamente differente rispetto all’occasionale e monotono verso dei gabbiani che il vento mi portava dal mare vicino, al di la delle dune.
Alle mie orecchie il verso di questi uccellini suonava come un autentico linguaggio: non percepivo schemi fissi o ripetizioni, non mi sembrava un semplice “canto”, ma la continua modulazione di sillabe a me ignote, un vero e proprio discorso. La parte più intellettuale di me avrebbe voluto registrare questi suoni, documentarsi sulle ricerche fatte, e cercare di decodificare questa lingua sconosciuta, imparare a comunicare con loro. Ma fatto sta che non ho fatto niente di tutto questo, e che sto divagando come mio solito (terzo significato della parola “Wandering”)
Il punto è che una volta posta l’attenzione a questi uccellini, mi sono accorto che almeno un paio di loro girava spesso attorno alla mia zona, e a turno uno di loro entrava di tanto in tanto in un basso cespuglio di erba dura e spinosa a pochi metri da me. Dato che nell’area non c’era nessun tipo di vegetazione alta, ho pensato che forse avessero il nido a terra. Mi sono avvicinato al cespuglio con cautela… ed eccola lì. Apparsa quasi dal niente, perfettamente mimetizzata con l’ambiente, una massa compatta di piume da cui spuntava qualche occhio e qualche minuscolo becco, assolutamente silenziosa e immobile, ondeggiando impercettibilmente al ritmo del respiro.
Emozionato da cotanta scoperta, e immaginando già le mie foto sulla copertina del National Geographics -mi piace fantasticare, se non si era capito-, sono corso a prendere macchina fotografica, cavalletti, obiettivi, e tutto impacciato dall’eccitazione mi son messo ad armeggiare attorno al nido. Il paio di uccellini (i genitori, dedussi allora) mi tenevano d’occhio nervosamente da lontano, e immaginavo il loro terrore, ma la copertina del National Geographics non poteva aspettare, ed ecco la foto.
Tutto sommato, temo che che la copertina dovrà aspettare un altro po’.
Tornato alla mia sedia, comunque moderatamente soddisfatto del risultato, ho notato i genitori riavvicinarsi al nido più lentamente del solito. Mi sono sentito un po’ in colpa: per la mia curiosità avevo forse spezzato qualche delicato equilibrio? Avevo forse lasciato tracce sufficienti a mostrare ai predatori il nascondiglio di quei pulcini indifesi? Ho iniziato a sentirmi molto in colpa.
Con i miei ornitologici pensieri, me ne sono andato a dormire colpevole. La mattina dopo, nel dormiveglia appena prima del risveglio e con l’usuale cinguettio nelle orecchie, mi è capitato un sogno curioso: accorrevo a salvare la nidiata minacciata da un grosso gabbiano, e la madre dei pulcini, nelle personificazioni tipiche dei sogni, mi ringraziava abbracciandomi.
Un risveglio un po’ da figlio dei fiori, insomma, lo ammetto.
Durante la colazione con le poche fette biscottate (biologiche!) che mi erano rimaste dalla scorta casalinga, scorgo di nuovo quei due uccellini che sembrano cercare cibo per portarlo al nido.
Lascio allora un bel po’ di grosse briciole in bella vista a pochi passi dal nido, torno alla mia sedia, e aspetto paziente. Uno dei due uccellini torna e atterra. Si avvicina con cautela, saltellando. Osserva le briciole, esita, infine ne prende una con il becco… e la porta al nido! E a giudicare dall’allegro pigolare che non avevo ancora sentito, direi che la nidiata ha gradito!
Il resto del cibo è stato fatto fuori nel giro di mezz’ora: forse sono stato perdonato davvero per la mia intrusione.
Vi auguro buona fortuna nella vostra vita, pulcini, che fuori dal nido è dura!
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“