Chilometro 2171 – Giorno 10
In una strada secondaria e isolata, fiancheggiata da alberi e completamente deserta, ho trovato per puro caso un campeggio piuttosto atipico. L’edificio principale è vetusto e vuoto, e nessuno mi ha accolto alla reception, chiusa a chiave.
Non ci sono automobili in vista, ma sul prato antistante sono parcheggiati alcuni caravan, ognuno dotato di una grande veranda, con tavoli, sedie e vasi di fiori. Tutte chiuse. L’altalena di una piccola area giochi giace immobile sulle sue catene.
Dopo cena, lavo lentamente i miei piatti nel locale della cucina, pulito e ordinato, mentre la tarda luce di un tramonto del nord entra tenue dalla soglia e colora di arancio le pareti. Una tendina di corde lì appesa dondola silenziosa nella brezza leggera. Nel secchio della spazzatura ci sono alcuni avanzi di cibo.
Torno alla mia auto, camminando con passo lento sul morbido tappeto erboso, e mi rendo conto che a parte il gracchiare di qualche cornacchia, e il vento tra le foglie, non ci sono altri rumori in questo luogo.
La fantasia corre, e mi sento come se fossi in un villaggio fantasma, in cui ogni cosa è ancora nello stato del preciso momento in cui è stata abbandonata, chissà quando e chissà per quale motivo.
Ma non riesco a lasciar spazio all’inquietudine, perché qui non ci sono spettri o mostri. Facendo veramente molta attenzione, riesco a scorgere dei movimenti in alcune roulotte, sento bisbigliare qualcuno. Ci sono anime vive in questo campeggio, sono venute qui a trovare pace e silenzio, fuggendo da chissà quale rumorosa vita. Li vedo muoversi lentamente, quasi al rallentatore, per non disturbare la quiete assoluta.
Io faccio altrettanto, con piacere.
Questa sensazione, la vicinanza silenziosa di altri esseri umani, che allontana la solitudine, ma non crea vera e propria compagnia, mi ricorda moltissimo una particolare settimana di appena qualche anno fa, anche se un’intera vita sembra essere passata nel frattempo. Solo, circondato da altri esseri umani, fantasmi vestiti di bianco, che guardavo senza realmente vedere, che ascoltavo senza sentire, in silenzio, a cercare qualcosa nel profondo di me stesso.
Chissà cosa stanno cercando queste persone, mi chiedo.
Chissà cosa sto cercando io.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“