Partiamo dal solito quadretto. Abbiamo un lavoro, uno stipendio, una famiglia che ci vuole bene e le nostre abitudini rassicuranti. Sembrerebbe tutto perfetto. Se lo è, smettete pure di leggere. Non cambiate di una virgola la vostra vita, buona fortuna e a presto! Venitemi a trovare la prossima settimana!
Ancora con me?
Allora forse non siete così felici. Forse vi manca qualcosa, e magari non sapete nemmeno cos’è. Siete delusi dalla vostra vita, oppressi dalla noia e dalle stesse abitudini che dovrebbero rassicurarvi. Ogni volta che pensate di mollare tutto, però, arriva la paura.
La paura di fallire.
“E se poi non trovo quello che cerco? Se fallisco?”
La paura del fallimento è comprensibile, ma il fallimento agli occhi di chi?
Di chi stiamo parlando, adesso? Di noi, o degli altri?
Perché è molto facile dare agli altri un’idea di successo. Un bel lavoro, una bella famigliola, una carriera assicurata, un divano comodo su cui invecchiare. E mi raccomando: sorridere. Sorridere, sempre.
Ma c’è un altro pubblico più severo che ci osserva. C’è un altro giudice a cui rendere conto, ed è impietoso. Noi stessi.
Possiamo pure costruire la nostra apparenza, possiamo fare finta di essere ricchi, belli, importanti. Diamo pure agli altri un’idea di successo, così ci sentiremo più adattati a quello schema con cui ci hanno illusi fin da ragazzini. Gonfiamoci le labbra e facciamoci il lifting. Riempiamoci le tette di silicone e la testa di stronzate. Mostriamo pure la nostra bella casa agli ospiti, e titilliamoci con i loro complimenti. Raccontiamo cosa vuol dire aver raggiunto una posizione di prestigio nella nostra società, e di quanta responsabilità essa richiede. Ridiamoci sopra. Ma nel buio della notte, quando non ci sarà altro pubblico che noi stessi, sapremo davvero chi siamo. Non ci sarà tempo per le maschere, allora. Non ci sarà tempo per gli inganni.
Noi non siamo quello che mostriamo di essere, noi siamo quello che facciamo quando nessuno ci guarda. Siamo quello che pensiamo, quando nessuno può ascoltare. Siamo le nostre lacrime al buio, nascosti dal cuscino.
Allora, finché ne abbiamo ancora il tempo, leviamo le ancore e salpiamo! Qualcuno ci dirà che siamo pazzi. E allora? Che si fotta! Che ne sa, lui? Che parli pure, e che il suo fiato inutile gonfi ancor di più le nostre vele.
Forse non troveremo mai la nostra America o il nostro Eldorado. Forse non torneremo carichi di tesori o di gioielli. Forse non avremo avuto successo nella nostra ricerca.
Ma ci avremo provato.
Avremo combattuto, come uomini e donne, orgogliosi di quello che siamo e che abbiamo sognato di poter fare. Come combattenti che sono caduti, ci siamo rialzati. Cadremo ancora, e ci rialzeremo ancora.
Ogni singola volta.
Lasciamo pure i sorrisi da mulino bianco a chi non trova di meglio. Noi ci alzeremo la mattina, e sapremo di aver fatto la cosa giusta, anche se la fortuna non ci ha sorriso, anche se il vento ci ha soffiato contro.
Ci alzeremo e ci guarderemo allo specchio, orgogliosi delle cicatrici che il tempo ci ha lasciato, e del dolore che ci ricorda la loro presenza.
Perché questo è avere successo, amici miei. Essere vivi, ed essere fieri di esserlo.
Non occorre che gli altri lo capiscano. Il successo è un sorriso che splende soltanto per noi.
Photo by Lenny Flank
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“