Uno dei vantaggi e dei privilegi di avere una strana attività come la mia, è la possibilità di conoscere persone decisamente fuori dal comune. Angelo Zinna, creatore di ExploreMore, è una di queste.
Fu lui a contattarmi per primo, una settimana dopo il ritorno dal mio viaggio in Nord Europa, con la richiesta di intervistarmi per il suo sito. Ero lusingato dalla cosa, ovviamente, ma era un periodo in cui moltissime persone mi scrivevano e si complimentavano per le mie scelte o per il mio viaggio, quindi al principio dedicai ad Angelo solo un po’ di tempo, e il minimo sindacale di attenzione.
La seconda volta che ci sentimmo, per accordarci sull’intervista, mi disse che la cosa avrebbe richiesto un po’ più tempo del previsto: al momento si trovava a Bangkok, era appena tornato dalla Birmania, e stava cercando di fare il visto per l’India, quindi era un po’ indaffarato.
“Ah”, pensai io, “un altro viaggiatore.”
La volta dopo scoprii che non tornava a casa da quattro anni, e qui la cosa cominciò a farsi interessante.
Angelo mi si è svelato così, come il personaggio di un libro che si conosce solo proseguendo nella lettura, perché non ha mai cercato la presentazione immediata di sé stesso, non ha buttato avanti le sue credenziali, per così dire, come fanno altri viaggiatori magari molto meno stagionati di lui. Forse modesto, forse stanco di ripetere continuamente le stesse cose (ne so qualcosa anch’io), ha lasciato a me il compito e il piacere di approfondire la sua conoscenza.
Terminata la mia intervista, quindi, inverto i ruoli e mi faccio raccontare la sua storia.
Non ne rimango deluso.
Angelo, toscano, oggi ha 24 anni. Quando ne aveva venti, appena finite le superiori, decide di partire per l’Australia, con un biglietto di sola andata, 3000 euro in tasca, e l’idea di stare sei mesi se avesse trovato qualcosa da fare, tre mesi in caso contrario.
Gli chiedo perché fosse partito, e se stesse fuggendo da qualcosa, come capita a molti di noi viaggiatori.
“Prima di partire avevo una vita abbastanza ordinaria” mi risponde. “Le cose ordinarie però sai anche tu come sono: tutte uguali. Alla domanda ‘perché sei partito?’ ho risposto tante volte e negli anni mi sono reso conto che la risposta è cambiata. Ho detto che in Italia le cose non vanno e che volevo cercare qualcosa altrove, ho detto che ero stanco della routine e delle abitudini, cose del genere. La verità è che sono cazzate: se in Italia tutto funzionasse, se tutto fosse stato perfetto, io sarei partito lo stesso. L’unico motivo della mia partenza, mi rendo conto ora, è per curiosità, che non ha una causa, c’è e basta.“
Curiosità.
Angelo vuole mettersi alla prova con qualcosa di grande, vedere fin dove può arrivare. Lascia a casa cellulare e portatile per staccare la spina, per lasciarsi tutto alle spalle, sapendo che così facendo avrebbe reso l’esperienza più intensa e la sfida più difficile.
Quando parte non ha un’idea precisa di cosa vorrà fare sul posto, né cosa farà al suo ritorno.
Trova i primi lavoretti, prima in una fattoria e poi in un ristorante, mette via dei soldi, compra un pulmino e viaggia per quattro mesi dormendoci dentro.
I sei mesi diventano un anno, il visto per l’Australia scade, ma Angelo non se la sente ancora di tornare a casa, e decide invece di prendere il visto per la Nuova Zelanda, e “stare in giro” altri sei mesi.
Nel frattempo, il blog personale che usava per stare in contatto con gli amici e i familiari inizia ad avere più traffico del previsto, e molti gli chiedono informazioni pratiche.
“Credo di essere sempre stato una persona molto creativa e l’unica cosa che mi mancava di casa era avere le mani in pasta in qualche progetto artistico o simile, che potessi portare avanti sul lungo termine”, dice di sé stesso.
Questa è la ragione che lo spinge prima a creare ExploreMore, un sito più professionale dove raccontare storie di viaggio, ma anche dare informazioni pratiche che non si trovano altrove, e poi a scrivere una guida su come gestire un anno di lavoro in Australia con il Working Holiday Visa.
Nella terra dei kiwi si fidanza, e i sei mesi diventano prima un anno, poi due. Nasce anche la seconda guida sulla Nuova Zelanda, e con la vendita di entrambe inizia a guadagnare quel tanto che basta da permettersi di viaggiare. Comincia quindi un lento viaggio di ritorno, attraverso il sud-est asiatico, l’India (dove si trova al momento della scrittura di questo articolo) e pian piano verso l’Italia, passando presumibilmente dal Kazakistan, le regioni del Caucaso e la Turchia.
Aggiunge: “Il piano non è ancora definito con esattezza, ma vedrò un po’ dove mi porta il vento“.
Chissà perché, non ne avevo il minimo dubbio!
In fondo questi suoi quattro anni di permanenza all’estero e di esplorazione non sono stati pianificati, ma sono nati così, dall’evoluzione spontanea di una curiosità naturale.
“Io non ho mai pensato, né il primo giorno, né dopo due anni, di stare via così a lungo”, mi dice. “Se qualcuno mi avesse detto che sarei stato via quattro anni non so se sarei partito così. È difficile ed è giusto che lo sia. Guardo al mio viaggio non come un’esperienza grande ma più come la somma di tante esperienze molto piccole, che un po’ per caso sono state tutte una in fila all’altra.”
Gli chiedo se gli manca la famiglia: “Una cosa vera ma forse un po’ cruda è che ci si abitua a tutto, anche alle distanze. Non so come dire, casa mi manca ovviamente, ma la pelle diventa sempre più dura col passare del tempo. E vivendo giorno per giorno il tempo si accumula senza neanche accorgersene.”
“Posso dirti che io in questa condizione mi ci sono trovato e cerco di tirarne fuori il meglio, ma ci sono alti e bassi. Non credo di essere il vagabondo classico che riesce a girare solo per l’amore di girare. A me piace lavorare, stare dietro a progetti personali più concreti di una vacanza lunga, e come non vedo l’ora di andare in Nepal e vedere l’Everest, così non vedo l’ora di fermarmi e mettermi a fare ciò che mi piace. Insomma, la verità è che in tutto questo credo che le idee non me le sono chiarite poi molto, ma ho imparato a stare bene ovunque, che sia chiuso in casa o con lo zaino in spalla, perché oggi trovo stimoli ovunque.”
E questo è Angelo Zinna, per come ho avuto il piacere di conoscerlo io, un giovane uomo dotato di alcuni tratti fondamentali: una grande curiosità, tante idee per la testa e una spiccata capacità di adattamento.
E a giudicare da alcune sue foto, e da alcuni articoli che leggo sul suo blog, anche di uno schietto senso dell’umorismo!
Buona strada, Angelo!
ExploreMore è anche su Facebook e sui principali socials. Angelo segue il suo blog in viaggio, quindi con qualche difficoltà ma sempre con una discreta costanza.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“