L’esperienza di Las Vegas era stata pessima: ero andato lì convinto di trovare chissà cosa, di divertirmi come ci si aspettava che io facessi, e di fare chissà quale esperienze degne di un film, invece avevo trovato solo solitudine e tristezza.
Ero partito da poco più di due settimane, non ero ancora preparato ad affrontare quel genere di sensazioni. La realtà mi aveva schiaffeggiato con forza: il viaggio non sarebbe stato così semplice come forse avevo iniziato a sperare.
Mi erano rimasti solo un altro paio di giorni in California, e avrei potuto dedicarli a visitare San Diego, per esempio, ma avevo preferito tornare il prima possibile a Santa Monica, all’ostello che conoscevo, alla situazione familiare che avevo già trovato, agli amici che avevo incontrato. Al mio ritorno, però, avrei trovato anche la prima vera e importante “lezione di vita” di quest’avventura.
Giocando sul dualismo tra paradiso e inferno avevo terminato l’articolo di Las Vegas con le parole: “Faccio i bagagli e me ne torno in paradiso“. Proseguii così:
Il paradiso è essere in spiaggia il 26 di Novembre, sole caldo, aria fresca, grandi onde che si infrangono rumorosamente sulla riva, e accanto a me avere Pauline, francese, Barbara, austriaca, Thiago, brasiliano, Monica, australiana, Blair, neozelandese e tutti gli altri ragazzi e ragazze incontrati all’ostello, talmente tanti da fare fatica a ricordare nomi e nazionalità di tutti.
E quando il sole, senza chiedere niente in cambio, mi regala ancora una volta i colori di un tramonto che mi scalda e mi nutre e mi disseta, abbraccio mentalmente le persone che ho accanto e quelle che sono lontane e penso che è solo questo ciò di cui ha bisogno un uomo.
Cosa ho imparato in California? Che non importa dove sei, ma con chi sei.
Prendo l’aereo per Buenos Aires, con meno soldi, più ricco di prima.
See you again, my friends.
Hasta otra vez, mis amigos.
Arrivederci, amici miei.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“