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Bisogna pensare al futuro

Tempo di lettura stimato : 2 minuti

È vero, bisogna pensarci, ma ora che il futuro di ieri è diventato il presente di oggi, vorrei averlo fatto in modo diverso.

bisogna pensare al futuroUn paio di recenti discussioni mi hanno fatto riflettere sulla formula: “pensare al futuro”.

Normalmente la trovo in espressioni come “bisogna pensare al futuro, non si può pensare solo al presente e a divertirsi”. Vi suona familiare?

La cosa che mi disturba di più è che viene usata per invitarci a sopportare un tipo di studio o di lavoro che altrimenti non sopporteremmo, con la prospettiva di prepararci ad una carriera che sopporteremo ancora meno, in cambio di una sicurezza economica che ci consenta di vivere serenamente gli ultimi anni della nostra vita, sempre che ci vada bene.

“Pensare al futuro” significa quindi sacrificare buona parte dei nostri anni migliori in cambio di qualcosa che non ci restituirà mai la stessa energia e voglia di fare, o la stessa incosciente passionalità.

Oggi che di anni ne ho 38 quel futuro sta diventando il mio presente, e vorrei averci pensato in modo diverso. Vorrei aver fatto più sport e dedicato più tempo alla mia salute, così non sarei arrivato alla soglia dei 40 pieno di acciacchi e con un fisico indebolito dalla vita sedentaria. Vorrei aver dedicato più tempo alla lettura, e meno allo studio. Vorrei aver imparato più lingue straniere e meno teoremi di matematica. Vorrei aver provato tante professioni diverse, anche solo una per stagione, così che se domani mi venisse la voglia di inventarmi una vita nuova, lontana da questo maledetto computer, non dovrei partire da zero. Anche la flessibilità e la capacità di adattarsi sono delle specializzazioni, no?

Vorrei aver viaggiato di più assieme ad altri giovani, e fatto più feste, quando avevo ancora il fisico per farlo. Vorrei aver imparato a suonare uno strumento musicale e aver iniziato a scrivere prima. Vorrei… tante cose.

Vorrei non essere arrivato alla soglia dei 40 anni con una lista così lunga di cose che avrei potuto fare e che non ho fatto. Cose che forse non riuscirò a fare mai, non perché non ne abbia il tempo ma perché non ho più l’età giusta per farle. Tempo, sempre se tutto va bene, me ne resta ancora abbastanza, ma alcune cose fatte oggi o domani non avranno lo stesso fresco sapore che avrebbero avuto ieri. Cercherò di farle in ogni caso, ma questa lista non si cancellerà mai del tutto e lo so benissimo.

Hanno davvero ragione quelli che dicono “bisogna pensare al futuro”, ma non ne hanno capito il senso.

Perché della famosa sicurezza economica non me ne faccio un bel cazzo, se diventa la prigione dorata in cui custodire un corpo vecchio e una vita di rimpianti.

Photo by Tyler

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“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“

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Gennaio 13, 2016 - Vita

Sulla Strada Giusta

Il viaggio è negli occhi, nel cuore e nella testa, e non finisce mai.

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l’avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

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Francesco Grandis

Francesco Grandis
Francesco Grandis, in arte Wandering Wil. Vagabondo del mondo e della vita dal 2009, ma solo part time. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, oggi scrittore, editore e padre.
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