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Di scoperte e di libertà

Tempo di lettura stimato : 2 minuti

Vado dall’altra parte del mondo a liberare me stesso

Vado dall’altra parte del mondo a scoprire me stesso, dice un ragazzo con lo zaino sulle spalle che potrei benissimo essere io, ma anche no.

“Scoprire”… qualche volta penso che sia il verbo sbagliato. Proviamo con “liberare”, vediamo cosa viene fuori: vado dall’altra parte del mondo a liberare me stesso.

Suona bene.

Perché in fondo non scopri proprio niente: sei sempre stato tu e lo hai sempre saputo, e se vai dall’altra parte del mondo sai già chi incontrerai, quale versione di te stesso troverai.

Oh, puoi anche tornare con la faccia di chi ha avuto la rivelazione e ha scoperto il segreto della vita e dell’esistenza e della felicità e di quello che vuoi, ma la realtà è che torni libero quando prima non lo eri. Eri sepolto da qualche parte, sotto una montagna di idee sbagliate, convinzioni altrui, giudizi superficiali. Eri sotto un Everest di cazzate, poveraccio.

La faccia con cui torni è quella di chi si è disseppellito e ha sciolto le sue catene, perché chi eri lo sapevi già: quello che doveva andare dall’altra parte del mondo per ricordare a te stesso di essere, e di essere sempre stato, quello che va dall’altra parte del mondo. Il viaggio è stato solo un timbro che vale quanto il pezzo di carta su cui lo metti: non sei andato da nessuna parte, semmai sei uscito fuori.

Il mio nuovo romanzo!

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Avventura | Mistero | Riscatto

“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“

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Poi capita che la vita ti rimetta dentro: lo zaino è finito in armadio e tu sei finito davanti al solito computer, alla solita scrivania, a fare qualcosa che somiglia molto alle solite cose, e qualche volta senti persino il peso delle solite catene che ti eri tolto dalle spalle tanto tempo fa. Ma ormai tu sei tu, quello che sei sempre stato, anche prima di “scoprirlo”, anche prima di esserti liberato.

E così metti la tua musica preferita, chiudi gli occhi e cerchi di nuovo quella sensazione che sai essere dentro di te, da quella volta che sei tornato con la faccia di chi ha avuto la rivelazione e ha scoperto il segreto della vita e dell’esistenza e della felicità e di quello che vuoi, ma in realtà eri solo tornato libero. E la trovi, quella sensazione, grezza e potente come non mai, come se non avesse aspettato altro, la afferri e la butti sui tasti, la trasformi in parole e trasformi le parole in storia, accompagnato dalla tua musica preferita e dalle tue lacrime preferite. Danzate di nuovo assieme, tu e quella sensazione e quella musica e quelle lacrime, e quando l’incantesimo finisce, quando la marea si ritrae, scopri cos’hai lasciato sul foglio, cos’hai scritto.

Ma lo sai già, in fondo, perché quello che hai scritto è che sei ancora, e nonostante tutto, quello che sei sempre stato: un uomo libero.

Foto di Andrea Floris

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Avventura | Mistero | Riscatto

“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“

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Settembre 5, 2019 - Vita

Sulla Strada Giusta

Il viaggio è negli occhi, nel cuore e nella testa, e non finisce mai.

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l’avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

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Francesco Grandis

Francesco Grandis
Francesco Grandis, in arte Wandering Wil. Vagabondo del mondo e della vita dal 2009, ma solo part time. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, oggi scrittore, editore e padre.
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Sulla strada giusta
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