Quasi scacciato dalle violente raffiche di vento della mattina, decido comunque di rimanere un giorno in più nel luogo in cui ho incontrato il Silenzio. Forse spero che torni. Il vento sembra riaccettarmi, e cala di intensità.
Così verso sera ho fatto una passeggiata lungo la costa rocciosa, per raccogliere legna seccata dal sole o che non si fosse bagnata troppo dall’ultima pioggia. Con l’accetta, ho fatto a pezzi una grande asse di legno, lasciata qui da chissà chi. Ho acceso il fuoco. Ho messo su una piccola piastra cinque grosse salsicce e le ho cucinate. Beh, forse le ho un po’ biscottate, sto ancora facendo pratica. Mi sono aperto una piccola bottiglia di birra. Mi sono seduto su un comodo sasso in riva al lago, con i piedi che quasi sfiorano la cima delle onde. Mi sono seduto qui, e ho mangiato lentamente, guardando il tramonto.
Tutto molto semplice, tutto molto spontaneo.
Cosa c’è da aggiungere?
Potrei parlarvi dei piaceri semplici della vita, che ci siamo fatti sottrarre chissà quando, chissà come. Oppure potrei cercare qualche sagace frase ad effetto, come: “Non c’è ristorante a cinque stelle con cui avrei fatto a cambio”, per esempio.
Ma no… la realtà è che ho pianto di gioia, ecco cosa c’è da dire.
Mi guardavo intorno, ed era tutto così perfetto, così bello, così naturale.
“Naturale”… sembra persino sciocco definire “naturale” qualcosa, quando si è in un luogo come questo, ma in che altro modo potrei definirlo?
Mi alzo, e una raffica di vento fa agitare le foglioline dell’albero che ho accanto. Per un attimo mi sembra quasi che mi stiano salutando, come piccole manine verdi, e io ricomincio a piangere.
Grazie alberi, grazie cielo che mi guardi con colori che non riuscirei mai a riprodurre, grazie onde, grazie rocce, grazie formiche -non vi avevo mai sentito camminare prima- grazie foglie, grazie a tutto questo posto, grazie tramonto.
Siete così belli che mi sembra di vedervi per la prima volta.

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“