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Tutto naturale: niente da aggiungere

Tempo di lettura stimato : 1 minuto

Sembra persino sciocco definire "naturale" qualcosa, quando si è in un luogo come questo. Il fatto è che... ho pianto di gioia. Naturalmente.

riva-lago-WanderingWilChilometro 3696 – Giorno 23.

Quasi scacciato dalle violente raffiche di vento della mattina, decido comunque di rimanere un giorno in più nel luogo in cui ho incontrato il Silenzio. Forse spero che torni. Il vento sembra riaccettarmi, e cala di intensità.

Così verso sera ho fatto una passeggiata lungo la costa rocciosa, per raccogliere legna seccata dal sole o che non si fosse bagnata troppo dall’ultima pioggia. Con l’accetta, ho fatto a pezzi una grande asse di legno, lasciata qui da chissà chi. Ho acceso il fuoco. Ho messo su una piccola piastra cinque grosse salsicce e le ho cucinate. Beh, forse le ho un po’ biscottate, sto ancora facendo pratica. Mi sono aperto una piccola bottiglia di birra. Mi sono seduto su un comodo sasso in riva al lago, con i piedi che quasi sfiorano la cima delle onde. Mi sono seduto qui, e ho mangiato lentamente, guardando il tramonto.

Tutto molto semplice, tutto molto spontaneo.

Cosa c’è da aggiungere?

Potrei parlarvi dei piaceri semplici della vita, che ci siamo fatti sottrarre chissà quando, chissà come. Oppure potrei cercare qualche sagace frase ad effetto, come: “Non c’è ristorante a cinque stelle con cui avrei fatto a cambio”, per esempio.

Ma no… la realtà è che ho pianto di gioia, ecco cosa c’è da dire.

Mi guardavo intorno, ed era tutto così perfetto, così bello, così naturale.

“Naturale”… sembra persino sciocco definire “naturale” qualcosa, quando si è in un luogo come questo, ma in che altro modo potrei definirlo?

Mi alzo, e una raffica di vento fa agitare le foglioline dell’albero che ho accanto. Per un attimo mi sembra quasi che mi stiano salutando, come piccole manine verdi, e io ricomincio a piangere.

Grazie alberi, grazie cielo che mi guardi con colori che non riuscirei mai a riprodurre, grazie onde, grazie rocce, grazie formiche -non vi avevo mai sentito camminare prima- grazie foglie, grazie a tutto questo posto, grazie tramonto.

Siete così belli che mi sembra di vedervi per la prima volta.

Il mio nuovo romanzo!

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Avventura | Mistero | Riscatto

“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“

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Luglio 2, 2013 - RTW 6

Sulla Strada Giusta

Il viaggio è negli occhi, nel cuore e nella testa, e non finisce mai.

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l’avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

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Francesco Grandis

Francesco Grandis
Francesco Grandis, in arte Wandering Wil. Vagabondo del mondo e della vita dal 2009, ma solo part time. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, oggi scrittore, editore e padre.
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Sulla strada giusta
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