Ancora entusiasta della splendida parentesi sudamericana del mio giro del mondo, inizio raggiante una nuova avventura in un altro continente: l’Asia. Il viaggio in questa parte del globo inizia con qualche giorno ad Hong Kong, con un amico, poi raggiungo la Thailandia, da solo.
Qui il giocattolo si spezza. Non capisco come, o perché accada, ma inizio ad ammalarmi, di un male profondo, di quelli per i quali non esistono medici o farmaci.
Nella bruciante malinconia dell’articolo seguente, riconosco per la prima volta le tracce di questo segreto malessere.
Senza saperlo mi sto avvicinando a qualcosa di importante, ad una improvvisa rivelazione, all’appuntamento con il destino che mi cambierà la vita per sempre.
Ma come un novello Dante, per poter raggiungere infine il Paradiso, devo prima passare attraverso tutte le fiamme del mio Inferno personale.
Notte.
Tra le mie dita ruota veloce un’asta leggera. Le fiamme alle sue estremità mi irradiano con una luce dal calore intenso. Eseguo qualche volteggio, senza correre rischi. Il mio spettacolo è breve e modesto, ma riceve comunque il solidale applauso dei pochi spettatori rimasti a fine serata. Mi basta.
Più tardi, i miei piedi affondano nella sabbia candida, mentre lascio che le onde tiepide del golfo mi accarezzino dolcemente le caviglie e i polpacci. Un vibrante piacere mi avvolge, come una coperta fresca. Vorrei dormirei qui.
Mattina.
Disteso sul morbido bagnasciuga, lascio filtrare un po’ di luce nei miei occhi attraverso le palpebre semichiuse. Quasi incosciente, cerco di indovinare quanto si allungherà sotto di me la prossima onda, e se mi bagnerà solo le gambe, o se arriverà alla schiena, o alla nuca.
Koh Samet, isola del golfo di Thailandia.
In questo luogo rilassato e confortevole mi metto alla ricerca di una serenità più profonda, libera dalle necessità che mi sono imposto fino a questo momento, quelle di vedere, di esplorare, di scoprire ogni giorno. Mi metto in pausa, e mi accontento di vivere il mare, la sabbia, il sole, la brezza notturna, la musica.
Dall’inizio del mio viaggio, queste potrebbero essere le prime giornate vissute nella completa indolenza, nell’egocentrico piacere dell’ozio, mentre la giornata scorre attorno a me, senza attriti.
Spingo le sensazioni verso l’estremo. Allargo le percezioni e addormento i pensieri. Lascio che sia il vento a dare voce al mio silenzio. Lascio che sia il sole a dare luce ai miei occhi.
Eppure la mia pace non è ancora completa. Incapace di spegnere le fiamme dei miei desideri inutili, resto lontano dalla mia ricerca.
Sento che qualcosa mi manca, ma non so cosa.
Ancora notte.
Lontana nel cielo, una piccola fiamma vivace gonfia e spinge verso l’alto una lanterna di carta. Due innamorati hanno voluto sigillare una promessa, un sogno, e l’hanno lasciata al vento.
Abbracciati l’uno all’altro, seguono la piccola luce volare in alto, nel cielo, fino a vederla sparire lontano, al di là delle nuvole.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“