Se chiedessimo ad ognuna di cento persone la propria definizione di felicità, otterremmo cento risposte diverse. Per questo non voglio nemmeno azzardarmi a cercarne una generale, ma in questo sito parlo così tanto di felicità e della sua ricerca, che voglio comunque scrivere la mia opinione.
Spesso dubito che la felicità si possa descrivere in termini concreti, come vivere in un posto particolare, per esempio, o avere certe persone accanto o un mestiere soddisfacente. L’essere umano mi sembra troppo mutevole per poter afferrare qualcosa che valga per il resto della sua vita.
Per me la felicità è avere “tutto il necessario e niente di superfluo”, come fosse uno zaino perfetto. Ma devo ancora scoprire cosa togliere e soprattutto cosa metterci dentro.
Sono certissimo però di una cosa: la felicità non è un interruttore. Non è qualcosa che c’è o non c’è affatto, che è acceso oppure spento.
In questa parte della mia vita mi viene più facile credere che la felicità sia piuttosto un ideale a cui tendere continuamente, una stella polare, un faro che con la sua sola presenza mi indica la via giusta. E proprio come se fosse una luce, avvicinandomi mi illumina sempre più.
La “ricerca” non è altro che questo: cercare, nell’oscurità delle nostre vite, quale sia il passo che ci conduce un po’ più vicino alla luce, ad una maggiore serenità. Dopo ogni passo potrei anche fermarmi, e starei comunque meglio di prima. Ma perché fermarmi?
Questo è contemporaneamente lo stimolo ad avanzare ancora, e anche la prova con cui verifico di essere sulla strada giusta. Quando mi vengono i dubbi su ciò che sto facendo, mi chiedo: “Sto meglio di prima?”. Se la risposta è “sì”, allora va tutto bene. Non ci si può ingannare in questo, non si può far finta di star bene o di star male.
Procedendo in questo modo, avvicinandosi un po’ alla volta alla sorgente della felicità, diventa persino poco importante il fatto di riuscire a raggiungerla davvero, o camminare per sempre alla sua ricerca.
Perché ogni passo che ho fatto in quella direzione non solo mi ha reso più felice rispetto al passo precedente, ma mi ha anche reso un uomo migliore. Ha riempito di vita vera il mio tempo, non di tempo la mia vita.
Quando dico che non tornerei indietro neanche con una pistola puntata alla testa, non è una esagerazione. Ho visto troppo e vissuto troppo in questi cinque anni per permettermi di regredire. Non lo accetterei, preferirei fermarmi dove sono e sarei comunque soddisfatto di ciò che sono riuscito a fare.
Per questo voglio fare un augurio a tutti voi, amici miei, che come me cercate qualcosa sulle strade del mondo e della vita senza sapere cosa sia o dove si trovi: buon cammino.
Possa la vostra stella brillare sempre su di voi, e indicarvi la strada giusta anche nelle notti più buie.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“