Questo articolo potrebbe non piacere a molti, ma ho bisogno di mettere in chiaro un punto che mi sta molto a cuore.
Ho ricevuto mail private da persone con evidenti problemi di autostima e di depressione. Chiedono a me cosa devono fare, e a volte espongono il loro dubbio riguardo il continuare o meno a vivere.
Io non ho risposte da dare. Non sono uno psicologo e non ho nessuna conoscenza specifica di questo tipo di problemi. Sono solo un tizio che un giorno ha preso delle decisioni buone per sé stesso e a distanza di anni le vuole condividere con gli altri. Tutto qua.
Ma c’è un’altra questione, forse persino più importante.
Questo non è un sito adatto a depressi.
Sono passato anche io per il periodo “autodistruttivo” nella mia giovinezza, quindi so cosa vuol dire. Ho visto la morte da molto vicino quando ero troppo piccolo per affrontarla ma abbastanza grande per capirla, ed è stato difficile. Ero convinto di essere l’unico al mondo a soffrire.
Non è così.
Il mondo è pieno di gente che soffre per i più svariati motivi, e quando me ne sono finalmente reso conto, ho potuto distinguere la verità che si celava sotto le mie urla interiori.
Io amo la vita.
L’ho già scritto una volta:
Su questo unico assioma fondamentale si basa tutto quello che ho scritto.
Chi mai si metterebbe a intraprendere una strada lunga e difficile come la “ricerca della felicità”, senza amare la vita? Se manca la certezza interiore che le cose possono cambiare, chi mai patirebbe per cambiarle?
Un giorno arriverà la fatidica domanda: “Ma perché cazzo sto facendo tutta questa fatica?”, e non ci dovrà essere dubbio nella risposta: “Lo faccio perché amo la vita!”, e poi di nuovo giù, a testa bassa, nella mischia.
Che consigli posso dare, io, a una persona che non condivide questo amore? Che mi confessa che vivere o meno non fa così tanta differenza? Che odia sé stessa e ritiene di essere un “errore” della creazione?
È un linguaggio che non capisco. Cosa posso dire? “Ama la vita perché è bella”? Non è nemmeno vero, perché la vita sa essere davvero bastarda a volte.
Amare la vita è una missione, da portare avanti con dedizione, ogni giorno. Persino amare sé stessi è una battaglia. Perché, ragazzi, diciamocelo pure… ci sono dei giorni in cui anch’io mi sto proprio sul cazzo, eh?
Ma non ho altri che me. Sono tutto quello che ho, e tutto quello che avrò mai.
Allora litigo con me stesso, ma poi faccio pace e mi dico: “ok, parliamone, e facciamo in modo che non succeda più”. Così, pian piano, con infinita pazienza, scolpisco e modello il mio carattere e il mio animo nella forma che desidero per me stesso e che mi renderà felice.
È un lavoro immane, ma accetto di farlo per un solo motivo: perché è bello aprire gli occhi sul mondo ogni mattina, e sono curioso di vedere cosa mi riserva la giornata. Con tutti i limiti, certo. Con tutti i problemi e le infinite rotture di coglioni. Ma vivo, e contento di esserlo.
Io posso parlare solo con persone che condividono il mio stesso amore. E ci riconosceremo, perché siamo in cammino verso la cima della stessa montagna. Ci incontreremo lungo le strade del mondo e ci sorrideremo, perché sapremo cosa abbiamo passato per arrivare fin lì. In salita, controvento, sotto la pioggia che confondeva le lacrime.
E in quel nostro sorriso ci sarà il sole che abbiamo infine svelato, oltre la coltre di nuvole. E sapremo, senza nessun dubbio, che sarà valsa la pena di fare ogni singolo passo.
Ogni. Singolo. Passo.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“