Tempo fa un seguace di questo blog mi aveva rivolto una domanda interessante. Chiedeva se dopo tanto tempo dedicato a viaggiare e ad andare lontano, mi venga mai il dubbio che quello che cerco in realtà sia molto più vicino casa.
In passato mi sono trovato spesso a rispondere o a riflettere su questa domanda, e il punto di vista che ho maturato è questo: viaggiare non significa “andare lontano” solo in senso geografico, ma anche in senso personale. Ci infiliamo in posti, situazioni, esperienze che sono totalmente dissimili dal nostro quotidiano abituale. Ogni giorno vissuto in questo modo è pregno di nuova conoscenza, di crescita.
Una persona(*) una volta disse: “Accogli l’inaspettato: in un giorno completamente prevedibile non c’è niente di nuovo che tu possa imparare“. Proprio così: se voi sapeste per filo e per segno, in ogni singolo dettaglio, il programma della vostra giornata di domani, che cosa potreste mai scoprire di nuovo? Come crescereste, se sapete già tutto? Certo c’è “l’inaspettato”, ma quante giornate di routine devono passare per riceverne qualcosa di valore? quanti mesi di vita passano di solito, senza che niente cambi? (questo concetto si integra alla perfezione con la mia metafora del cavatappi)
Il viaggio invece è costantemente qualcosa di inaspettato, la parte della giornata che posso prevedere in anticipo è solo una minima parte, e c’è così tanto che posso imparare in questo modo!
Ma sto divagando, scusate (wandering, appunto…), quindi arriviamo al punto. Dopo aver viaggiato per alcuni mesi, il fatto di tornare a casa non è un “tornare indietro, ad una situazione precedente”, ma piuttosto “scoprire di nuovo un posto in cui siamo già stati tante volte”. Il posto non è cambiato, siamo cambiati noi. Il viaggio, e quello che ci ha regalato di inaspettato, ci ha cambiati dentro, ha cambiato il nostro modo di vedere le cose, di viverle.
Ci ha fatto vedere i problemi da lontano, e per una volta li abbiamo visti così piccoli, così facili da risolvere. Altre cose invece, anche da lontano sono sempre grandissime: passare una serata con degli amici a chiacchierare. Per esempio. In breve, ci ha dato una visione d’insieme più completa, cosi che sappiamo dare meglio il giusto valore alle cose. Siamo cresciuti più velocemente, abbiamo vissuto “tanto”.
Quindi, per rispondere alla domanda, non mi sorprenderei se quello che cerco, qualunque cosa sia, fosse qualcosa che posso trovare anche vicino casa. Devo comunque percorrere incalcolabili chilometri dentro e fuori di me per raggiungerla.
(*) la citazione è mia 🙂
I quadri in foto sono appesi nel mio salotto, sopra il divano. Quello piccolo, con una frase che potrebbe ricordarvi qualcosa, è mio. Quello grande e nero è il regalo di una mia carissima amica, molto più brava e fantasiosa di me a dipingere! La frase è mia, e la pronunciai la prima volta in sua presenza. Grazie Elisa!

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“