“Dove si trova il silenzio interiore? Dov’è quel luogo in cui sentire solo la mia voce, e capire le cose che contano davvero?”
Me l’hanno chiesto in tanti dopo aver letto l’articolo in cui ne parlavo. Devo ammettere però che a questo non so dare una risposta universale. La scoperta di quel luogo è stato un evento troppo personale per pensare di avere una regola che valga per tutti.
Però ho riflettuto molto. Ho analizzato le mie esperienze alla ricerca di un termine comune, e forse l‘ho trovato.
Tutte le volte che ho imparato qualcosa sul mondo e sulla gente che lo abita, ero in mezzo alle persone.
Tutte le volte che ho imparato qualcosa sulla vita e su me stesso, invece, ero solo.
Ma tutte le volte, nessuna esclusa, ero “lontano”.
Lontano da tutte le persone che mi premeva rendere felici, o di cui mi interessava ascoltare l’opinione. Lontano dalle mie giornate, dalle mie abitudini, da quello che conoscevo o pensavo di conoscere. Lontano anche dalle mie previsioni e dagli schemi disegnati a casa.
In altre parole, lontano dall’immagine di me stesso.
Le voci, che di solito disturbavano con il loro rumore, non riuscivano più a rintracciarmi. Non avevo nessuno a cui rendere conto, né aspettative da rispettare. È così che ho trovato il silenzio, e in esso una maggiore comprensione.
Non sempre ero davvero lontano anche in senso geografico. Certo, la mia vita è cambiata radicalmente dopo una illuminazione in Thailandia, ve ne ho già parlato. Il viaggio mi ha aiutato molto, ma solo quando l’ho fatto senza schemi, senza lista di cose da vedere, senza Lonely Planet. A occhi aperti.
Quante persone ho incontrato dall’altro lato del mondo ancora uguali a sé stessi. Un aereo non basta ad andare davvero lontano. Trasporta solo corpi e bagagli. Mente e cuore dobbiamo portarli noi.
D’altra parte, si può trovare la lontananza anche restando vicini.
Un giorno ho chiuso la porta di casa, zaino in spalla, e mi sono diretto verso le mie montagne, camminando. Dieci giorno dopo ho capito tra le lacrime e le risate il valore autentico della condivisione, e anche questo mi ha cambiato la vita. Se state leggendo questo blog è anche per quella camminata. Ero ad appena 100 km da casa.
In quei dieci giorni di cammino, però, avevo abbandonato tutto quello che sapevo di me stesso. Mi ero messo alla prova in qualcosa che non avevo mai fatto prima. Le mie giornate erano scandite da ritmi che non avevo mai avuto, assillate da problemi che non conoscevo, rese gloriose da panorami che non avevo mai visto. Non in quel modo almeno.
Mi ero allontanato anche da tutti gli affetti, pur tenendoli stretti al mio cuore.
Ero a sole tre ore di auto da casa, ma ero lontano.
Lontano, e mai così vicino a me stesso.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“