Molli il vecchio lavoro, cambi abitudini, amicizie, magari anche paese, e tutto ti sembra più bello e felice: è l’effetto della novità. Un mio amico viaggiatore diceva: ogni cambiamento è come una vacanza. Poi passa l’entusiasmo, e dopo sei mesi o un anno ti rendi conto che le cose non sono così rosee come pensavi. Sei uscito da una rotella del criceto solo per entrare in un’altra. A distanza di tempo la differenza tra il prima e il dopo non è così enorme come speravi o come ti era sembrato inizialmente. Finisci addirittura per chiederti se sia valsa la pena di fare quel primo salto, o se non sarebbe stato meglio restare fermo.
È capitato anche a me: parliamone.
Non credo sia possibile o alla portata di chiunque fare un cambiamento così drastico da arrivare alla metaforica destinazione ideale in un salto solo. Ci sono troppe cose fuori dal nostro controllo e che ignoriamo. È per questo che ho scritto “sulla strada giusta” e non “arrivati alla stazione giusta”. Volevo fosse chiaro che c’è da fare una ricerca, un percorso composto da tanti piccoli passi, ognuno dei quali termina appena un metro più avanti rispetto al precedente.
Eppure ogni passo costa fatica. Vale la pena, per spostarsi di poco?
Per non perdere la volontà di avanzare quando la distanza tra il prima e il dopo era così breve, mi è stato molto utile comprendere, e accettare, un fatto semplice e in apparenza banale: il percorso è fatto di compromessi e ogni passo mi può solo portare da un compromesso all’altro.
Il compromesso è uno scambio, una compravendita. La parola deriva dal latino: “obbligarsi insieme”. Io e la vita, seduti a un tavolo, io ti do questo, lei mi dà quest’altro. Lavorare, ad esempio, è un compromesso: do tempo, ricevo soldi. Se lo scambio è buono, vuol dire che pago poco e ricevo tanto, secondo la mia personale scala di valori.
Quando cambio qualcosa nella mia vita, non pongo fine a tutti i compromessi (magari fosse così facile!), ma semplicemente salto da un compromesso ad un altro, cambiando i termini dello scambio. Se il passo è fatto nella direzione giusta, i nuovi termini sono migliori dei vecchi, anche solo “di un metro”.
La lungimiranza di una persona allora sta nel non fermarsi alla “vacanza” dei primi buoni risultati, ma riconoscere davanti a sé un percorso fatto di continui compromessi, di scambi sempre più favorevoli, il cui bilancio complessivo dovrebbe essere in lenta crescita.
Esempio: fino al 2009 lavoravo come ingegnere, dipendente. Dopo il giro del mondo sono diventato programmatore nomade. Sempre di lavoro si trattava, ma in quel passo “ho venduto” la sicurezza del lavoro dipendente per comprare la maggiore libertà del lavoro nomade, un ottimo scambio. Nel 2013 ho iniziato a scrivere, e di nuovo ho rinunciato a quello che avevo in cambio di qualcosa che si avvicina di più alla mia indole.
Sono arrivato a destinazione? No. Sono più vicino? Sì, senza dubbio.
La strada giusta è un percorso che va rosicchiato, con costanza e determinazione. A volte si procede veloci, altre volte più lenti, a volte capitano anche grandi scivolate indietro.
L’idea che fare un solo passo risolva d’un colpo tutti i nostri problemi è quanto di più lontano dalla realtà e va combattuta. Non è proprio possibile, inutile aspettarselo o restarci male se non accade. Meglio abituarsi fin da subito all’idea che il percorso sarà lungo.
Però, posso anche capire una persona che dopo un passo, dieci o cento, si chieda: durerà ancora molto? Finirà, o mi sono condannato a camminare per sempre?
Non penserei tanto alla conclusione, a dire la verità. Approcciare un percorso personale di cambiamento con queste domande in testa è un po’ come iniziare un lungo viaggio in auto con un bambino sul sedile dietro che chiede ogni cinque minuti quando si arriva: per arrivare arrivi lo stesso, ma con le palle ben piene.
C’è una destinazione, sono sicuro di questo. Ma non è un punto di arrivo che si raggiunge d’un tratto, quanto piuttosto un mondo che si costruisce pian piano, pezzetto dopo pezzetto. Te ne rendi conto ogni volta che scopri qualcosa di necessario (per te!) e il modo di inserirlo stabilmente nella tua vita. Questo diventa un nuovo punto fermo, qualcosa da cui non sarà più necessario allontanarsi.
Il cammino procederà lungo altri piani, ci saranno altri cambiamenti e altri compromessi, ma non su quello. E un punto fermo dopo l’altro, il quadro sarà finalmente completo.
Ecco cos’è la strada giusta, allora: un percorso fatto di continui compromessi, fino al giorno in cui accettare compromessi non sarà più necessario.
Photo by Steve Harwood
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Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“