Un luogo privo di fascino, uno spiazzo di terra di riporto lasciato sulla stradina che costeggia dei tralicci dell’alta tensione. Legna vecchia gettata alla rinfusa in un mucchio.
Due cicogne volano veloci sopra di me, seguono senza esitazione una linea tracciata per i loro occhi soltanto.
Rimaniamo io e questo piccolo fuoco, una sottile linea di fumo che l’aria immobile sfiora appena. Getto un pezzo di legno.
Dove sono finiti i miei laghi e le mie ninfee, dove sono finiti gli spazi aperti? Qui a sud ogni strada sembra condurre ad una casa, ogni lago sembra protetto da boschi impenetrabili o da giardini ben tenuti e privati.
Lo sa bene la mia passeggera e fugace compagna di questo viaggio, le lunghe ore passate ad esplorare interminabili labirinti di strade sterrate, alla ricerca di una piccola sponda di lago, uno specchio d’acqua per accogliere il nostro risveglio, una briciola di terra per noi soltanto. E proprio ora che anche lei è tornata a casa, sembra che anche la mia avventura nella parte selvatica del mondo sia terminata.
Fa freddo. Aggiungo un altro pezzo di legno.
Nella mia testa le parole scorrono e danzano come queste lingue di fiamma, i racconti nascono e muoiono, i pensieri si confondono, si mescolano, riemergono come il tema di una canzone di cui non conosco né la melodia né l’autore.
Vi è malinconia in tutto ciò che finisce, come la pausa tra un respiro e il successivo, la luce di una brace che si spegne per riaccendersi al primo soffio di vento.
Un altro pezzo di legno. L’ultimo.
Brucia, fuoco! Splendi per me in questa notte desolata! Consuma questi pensieri, trasformali in oro e falli danzare nei miei occhi. Sii la luce che mi indicherà la via di casa!
La strada è lunga ancora.
Brucia, fuoco!
Ma tu diventi cenere e la notte si è fatta troppo scura per me.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“