C’è stato un periodo della mia vita, durante un viaggio nella parte più selvaggia della Scandinavia, in cui ero solo. Letteralmente solo. Il “non-c’è-un’anima-in-un-raggio-di-50km” tipo di “solo”. Ero equipaggiato per esserlo: a bordo della mia fidata Wil Mobile avevo tutto quello che serviva per vivere e lavorare con una certa comodità: avevo una sorta di scrivania, una comoda branda, un piccolo frigorifero, fornelli, un’ampia dispensa e persino un cesso da campo, di quelli che poi svuoti nelle aree apposite.
Insomma ero solo, dicevamo, e nonostante questo, quando i naturali movimenti dell’intestino richiamavano la mia attenzione con una certa urgenza, posizionavo il mio fidato cesso da campo in un posto appartato, solitamente nascosto dietro la portiera della Wil Mobile.
Come è noto, alcune delle idee più brillanti dell’umanità sono state concepite proprio in quelle situazioni, e così un giorno mi trovai a pensare: “Ma se non c’è un’anima viva nel raggio di 50 km, perché mi sto nascondendo?”
E così alla volta successiva mi armai di una strana forma di coraggio e posizionai per la mia routine quotidiana il cesso esattamente in centro alla strada.
Fu una sensazione liberatoria. In più di un senso, si intende.
Ora, lungi da me suggerire al lettore di armarsi di cesso da campo e scendere in strada, ma mi chiedo: a quante altre abitudini obbediamo senza renderci conto? E quante di esse, in realtà, non hanno più motivo di esistere?
Fermarsi a riflettere, anche seduti su un cesso in mezzo a una strada, a volte aiuta.
È uscito il mio nuovo romanzo!
THE END
Thriller distopico
Abiti in un mondo perfetto, vivi una vita lunghissima, muori il giorno prestabilito. Ma se scoprissi che il prezzo da pagare è altissimo?