Non ha importanza se siano due settimane o sei mesi: il punto è rendersi conto di quanto tempo sprechiamo ad aspettare che qualcuno ci dia il permesso di andare avanti con le nostre vite. Rimandiamo aspettando l’occasione giusta, l’aumento del capo, lo sblocco del contratto, il parere dell’amico, la benedizione di chissà chi.
E intanto il tempo passa, non facciamo quel viaggio, non scriviamo quel libro, non diciamo quella frase che teniamo chiusa nel petto da così tanto, e restiamo bloccati nell’abitacolo delle nostre vite ad ammirare il vicino che si scaccola allo specchietto retrovisore e a subire l’ennesima canzonaccia alla radio.
Tim Ferriss diceva: “I semafori della vita non saranno mai tutti verdi”. E allora dovremmo schiacciare a tavoletta l’acceleratore, fottercene del traffico, scegliere strade laterali, uscire dalla melma e andare, andare, andare.
Dove? Non importa. È comunque meglio che restare fermi.
Non ha importanza se siano due settimane o sei mesi: il punto è rendersi conto di quanto tempo sprechiamo ad aspettare che qualcuno ci dia il permesso di andare avanti con le nostre vite. Rimandiamo aspettando l’occasione giusta, l’aumento del capo, lo sblocco del contratto, il parere dell’amico, la benedizione di chissà chi.
E intanto il tempo passa, non facciamo quel viaggio, non scriviamo quel libro, non diciamo quella frase che teniamo chiusa nel petto da così tanto, e restiamo bloccati nell’abitacolo delle nostre vite ad ammirare il vicino che si scaccola allo specchietto retrovisore e a subire l’ennesima canzonaccia alla radio.
Tim Ferriss diceva: “I semafori della vita non saranno mai tutti verdi”. E allora dovremmo schiacciare a tavoletta l’acceleratore, fottercene del traffico, scegliere strade laterali, uscire dalla melma e andare, andare, andare.
Dove? Non importa. È comunque meglio che restare fermi.