Wandering Wil

Il blog di Francesco Grandis

  • Home
  • Inizia qui
  • Libri
    • Sulla strada giusta
    • Ifalik
    • The end
    • Da zero a diecimila
    • Libri che vi consiglierei
  • Chi sono
  • Contatti
IFALIK

In libreria e online

Il tempio, il libro e la domanda. Parte seconda: La caduta

Tempo di lettura stimato : 3 minuti

Mi sembrava di aver trovato casa lungo le strade del mondo. Poi... la caduta. Non si può imparare a volare, senza correre il rischio di cadere.

D’accordo, è stato l’istinto a spingermi, ma come sono arrivato al quel tempio, con un libro in mano, a ricevere la domanda che mi avrebbe cambiato la vita?

L’intera storia di quel “appuntamento con la luce” inizia molto tempo fa, subito dopo la mia laurea. Avevo trovato un lavoro che mi costringeva a viaggiare molto e a rimanere da solo per lunghi periodi. Non mi dispiaceva, inizialmente, ma ero obbligato a estenuanti trasferte in diverse fabbriche, posti squallidi e opprimenti, e negli anni ho accumulato stress fin quasi allo sfinimento e alla perdita della salute. Da un lato quel lavoro aveva fortificato in me una certa autonomia economica e caratteriale, dall’altro mi aveva spinto con violenza nella direzione che dovevo prendere: terrorizzato dall’idea di rimanere imprigionato in una vita arida e deprimente, è stato molto facile per me fare il salto, e mollare tutto.

Ma che fare una volta rinunciato al lavoro? Avevo bisogno di una lunga vacanza per riprendermi, ma dove andare, quando avevo tutto il mondo ancora da esplorare? In quella parentesi di tempo che mi ero creato per me stesso, mi sembrava di avere un’opportunità irripetibile, e non volevo sprecarla. Stavo entrando in ansia da decisione: troppa offerta e solo un acquisto a disposizione.

Indeciso sul da farsi, è stata determinante la presenza di un mio caro amico che, molto esperto di tutto ciò che è legato all’ambiente dei voli aerei, mi ha messo a conoscenza di un modo relativamente economico di fare il giro del mondo, il biglietto “Round The World”.

Ho sempre avuto una istintiva curiosità verso i luoghi lontani, e all’epoca dei fatti non avevo alcun amico che avrebbe potuto o voluto accompagnarmi, quindi “perchè no?” mi son detto. Era una bella sfida, certo, ma mi sembrava che un simbolico viaggio attorno al pianeta fosse proprio ciò di cui avevo bisogno per cambiare pagina.

Quanto avevo ragione…

Così, con le mille opportunità a mia disposizione dopo essermi licenziato, ho scelto proprio di fare il giro del mondo in solitaria. Ovvio, a ripensarci adesso! Io non lo potevo sapere, ma la strada per arrivare a quel tempio era ancora molto lunga, e a quell’appuntamento, io ci dovevo arrivare da solo.

Sono partito un giorno sereno di Novembre: zaino in spalla, gli occhi sorridenti e lucidi per l’emozione, e senza la più pallida idea di cosa stavo facendo. E’ stato il mio salto nel vuoto.

Le prime settimane sono state parecchio dure: non mi ero abituato alla vita da ostello, che fino ad allora mi era stata del tutto sconosciuta, e mi costava moltissimo fare nuovi amici. Quando riuscivo finalmente a conoscere qualcuno, era già il tempo di salutarlo, e io rimanevo di nuovo solo.

La solitudine è tremenda a 10000 km dalla prima faccia amica, credetemi.

Dopo l’arrivo in Sud America, però, qualcosa è cambiato: ho cominciato a sentirmi a mio agio. E’ accaduto quasi senza che io me ne accorgessi, ma ho imparato ad adattarmi, a essere più disinvolto e socievole. Sono diventato in breve tempo il viaggiatore che volevo essere, e ho scoperto la gioia della libertà, delle nuove amicizie, delle diversità. Tutto era semplice. Il mio morale non poteva essere migliore. Mi sembrava di aver trovato la mia vera casa lungo le strade del mondo. Ero raggiante.

Poi, la caduta.

Lascio il continente sudamericano. Sbarco in Thailandia e sprofondo. Crollo dell’umore. Verticale.

Senza apparente motivo, passo in pochissimi giorni dallo stato di esaltante euforia ad un profondo malessere. La sproporzionata differenza, assolutamente inspiegabile, mi precipita in un baratro.

Angosciato, inizio a cercare un senso a quello mi sta accadendo, ma non lo trovo. Inizio a dubitare dello scopo dell’intero viaggio.

Sono a Bangkok. Passo la prima settimana a girovagare tutto il giorno, senza compagnia. Ogni sera vado in uno dei vari squallidi localini di cui questa città è ricolma, bevo troppo, e attacco bottone con i primi turisti che incontro, ma sono amicizie che non sopravvivono alla notte, e ogni mattina seguente sono ancora solo, intontito, spaventato, senza direzione.

Dov’era finita la mia serenità, la mia gioia, i miei amici?

Che cosa diavolo mi stava succedendo, maledizione?

“Il tempio, il libro e la domanda” è un racconto breve diviso in puntate. Segui il link per leggerle tutte!

Il mio nuovo romanzo!

IFALIK

Avventura | Mistero | Riscatto

“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“

SCOPRI DI PIÙ

Ti è piaciuto l'articolo? Clicca o condividilo sui social!

Articoli Suggeriti:

  • Giorno 28: Iguazù, when the water falls
  • Diario fotografico: Argentina del nord ovest
  • Giorno 14: …e la peccatrice.
  • Giorno 10: Wil goes to Hollywood (passando per Yosemite)
Post Precedente in il tempio il libro e la domanda
« Il tempio, il libro e la domanda. Parte prima: L’istinto
Prossimo Post in il tempio il libro e la domanda
Il tempio, il libro e la domanda. Parte terza: Fughe ed Incontri »

Maggio 10, 2014 - il tempio il libro e la domanda, RTW 1, Viaggi

Sulla Strada Giusta

Il viaggio è negli occhi, nel cuore e nella testa, e non finisce mai.

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l’avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

Clicca per informazioni e scaricare l'estratto gratuito

Francesco Grandis

Francesco Grandis
Francesco Grandis, in arte Wandering Wil. Vagabondo del mondo e della vita dal 2009, ma solo part time. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, oggi scrittore, editore e padre.
Continua...

Sulla strada giusta
Il libro di Francesco Grandis

IFALIK – Il mio nuovo romanzo

THE END – Distopico

Mai stato su Wandering Wil? Inizia da qui

 

I POST PIÙ POPOLARI

Mollare tutto e partire: le 8 cose che ho capito sulla paura

Marzo 6, 2014246 Comments

Hai un lavoro che non ti piace. Forse ti piaceva, tanto tempo fa, ma poi hai iniziato a sentire quell’ambiente sempre più stretto, sempre più arido. È arrivata la noia, l’insoddisfazione, la depressione. A distanza di anni non sopporti più niente, ti senti in una gabbia soffocante da cui desideri fuggire sempre più spesso. Ogni […]

Cari genitori, è ora che facciamo un discorsetto: una lettera dai vostri figli

Agosto 21, 2014141 Comments

Cari genitori, è ora che facciamo un discorsetto, io e voi. Ah, mi immagino già la vostra espressione. “E questo chi cazzo è?”, starete pensando. Io sono uno che riceve ogni giorno almeno una decina di messaggi dai vostri figli. In molti di essi chiedono a me come dire a voi che non sono felici. Prima che vi […]

La sopportazione dell’uomo medio, ovvero “se tutti facessero come me”

Agosto 7, 201495 Comments

Negli ultimi anni ho maturato una posizione sempre più aspra contro l’attuale sistema del lavoro. La mia reazione è stata “mollare tutto e partire”, nel contesto più ampio di una personale ricerca della Felicità. Ho detto e scritto più volte che non ritengo questo l’unico modo per affrontare la questione (ne parlo in questo articolo). Quando […]

La metafora dello zaino, ovvero l’arte di prepararsi alla vita

Febbraio 15, 201487 Comments

Spesso, quando parlo con chi è interessato ai miei viaggi e alle mie esperienze, mi capita di utilizzare la “metafora dello zaino” per illustrare un mio pensiero ricorrente sulla vita e sull’utilità delle cose. Lo zaino, che per quanto mi riguarda è l’unico modo sensato di trasportare i miei bagagli in viaggio, e per cui […]

  • Home
  • Privacy Policy
  • Cookie policy
  • Strumenti Privacy
  • Mappa del sito
  • Contatti

Copyright © 2013, Wandering Wil by Francesco Grandis. All rights reserved.

Copyright © 2025 · wanderingwil on Genesis Framework · WordPress · Log in