Pensavo che per scrivere un libro bastasse… beh, scrivere un libro!
Invece non è così semplice. Per essere sicuro di fare le cose fatte bene, ho accettato i consigli di Stephen King. Non sono andato a cena con lui, eh, ma ho letto il suo “On Writing“, un racconto-saggio sul mestiere dello scrittore.
Stephen King può piacere come no, sia chiaro, ma che ne capisca qualcosa di scrittura bisogna riconoscerglielo. Quando uno ha all’attivo 400 milioni di copie vendute, e film come “Sulle ali della libertà” (IMDB #1), “Il miglio verde” e “Shining”, direi che la sua cattedra se l’è guadagnata.
Non si scrive per fare soldi, diventare famosi, portarsi a letto qualcuna o farsi degli amici. In fin dei conti, si scrive per arricchire le vite di coloro che leggeranno il vostro lavoro, ma anche la vostra allo stesso tempo. Riguarda l’alzarsi, lo stare bene e il concludere qualcosa. E diventare felici, okay? Diventare felici.
Quindi, seguendo le indicazioni del signor King, ho fatto le cose con calma e, spero, professionalità.
Prima stesura
In questa fase ho buttato giù le idee principali e fissato la “trama” (facile, nel mio caso). Ho scritto velocemente, preoccupandomi poco della grammatica. Ho seguito le intuizioni del momento e mi sono lasciato trascinare dalle passioni. Questa era la parte più facile.
Prima revisione
Ho rivisto i contenuti, ho corretto gli errori grossolani, uniformato lo stile e ho dato una forma più sensata e logica.
Durante queste due fasi, durate complessivamente circa cinque mesi, non ho fatto leggere il libro a nessuno. Nessuno! L’isolamento serviva a mantenere pura la concentrazione, senza distrazioni esterne. Arrivato a questo punto, però, era ora di ricevere un parere.
Lettura di test
Mi sono separato dalla mia creatura per un mese abbondante, e l’ho fatta leggere a quattro persone. Amici fidati, abbastanza diversi da me ma senza esserlo troppo, e abbastanza schietti da dirmi quello che pensano senza preoccuparsi di darmi delusioni. Il loro compito era dare un parere sui contenuti, sulla scorrevolezza e sul testo in generale. In altre parole, donarmi un nuovo punto di vista con cui arricchire il mio.
Seconda revisione
Una revisione rapida, durata un altro mese, in cui prendere atto dei pareri ricevuti e modificare il testo di conseguenza. E soprattutto tagliare il grasso superfluo.
Terza e ultima revisione
Il mio libro si trova qui ora. È una revisione professionale per dare la forma definitiva allo scritto. È importante che questo passaggio non sia fatto da me, perché per forza di cose sono troppo “innamorato” delle parole che ho scritto. Serve una mano esterna e fredda, così fredda che a volte mi sembra quasi crudele, mentre io piango sulle amate parole che non sono sopravvissute alla forbice. Eppure è stato solo durante questo passaggio che mi sono reso conto di quanto uno scritto debba essere “pulito” prima di essere consegnato nelle mani dei lettori.
Per citare nuovamente Stephen King:
L’editor ha sempre ragione. […] In altre parole: scrivere è umano, editare è divino.
E se lo dice lui… speriamo bene!
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Photo by Nic McPhee
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“