Mi pubblico da solo. È una scelta personale di cui sono molto convinto. Non ho nemmeno provato a cercare una casa editrice che mi pubblicasse, anzi, ho anche rifiutato un’offerta.
Un autore che vuol farsi pubblicare è sottoposto a una procedura molto antipatica. Sono necessari dei compromessi che non ho voglia di accettare.
Per prima cosa, bisogna spedire il manoscritto a più case, e sperare che il libro interessi a una di queste. I tempi di attesa raggiungono di solito i sei mesi, ma spesso la risposta non arriva neppure. Io lo trovo maleducato. Non mi interessa la mole di manoscritti che vengono ricevuti ogni giorno da una casa editrice: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Basta una mail con scritto: “Abbiamo letto ma non ci interessa, grazie”. Non serve nemmeno che abbiano letto davvero, ma basterebbe a mettere il cuore in pace all’aspirante scrittore che così può smettere di controllare la posta ogni giorno.
Io non elemosino l’attenzione di nessuno. Punto primo.
Punto secondo: chi è la persona che giudica quello che ho scritto, e in base a cosa stabilisce se il mio libro merita di essere letto o meno? Sta pensando al valore reale del testo, o ai numeri che può fare? Si sarà svegliato bene quel giorno?
Charlie Chaplin arrivò terzo a una gara di sosia di sé stesso, e ai Beatles fu detto che non avrebbero mai avuto successo. I giudici non sono perfetti, e io mi sono liberato tanto tempo fa di professori e voti. Posso accettare che ai lettori non piaccia quello che ho scritto, questo sì. Sarebbe un po’ dura, ma lo accetterei. Ma non accetto rifiuti da persone che non so nemmeno chi siano e a che titolo giudichino il mio testo. Può sembrare una posizione arrogante, ma io non chiedo a nessuno il permesso di pubblicare.
Punto terzo, qualora firmassi un contratto, perderei il controllo sul futuro della mia opera. Non avrei voce in capitolo sulle tempistiche o sul prezzo. Potrei firmare e dover aspettare anni per vedere il libro pubblicato. Non accetto nemmeno questo. La mia sarà pure un’opera modesta, ma è mia. È importante per me.
Cinque anni fa ho ripreso il controllo della mia vita, oggi quello del mio libro.
Per il punto quarto, nei prossimi giorni vi racconterò perché ho rifiutato l’offerta di una casa editrice.
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Photo by: Olli Henze
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“