Un giorno di qualche anno fa ho scoperto un luogo in cui sentirmi davvero libero. Lì ho trovato la chiarezza necessaria per prendere qualsiasi decisione, anche quelle più importanti. Soprattutto quelle più importanti.
In perfetto equilibrio sul centro di me stesso, ho spento per la prima volta il rumore.
Tutte le voci che non mi appartenevano davvero, e che facevano solo confusione nella mia testa, sbraitando e impedendomi di agire.
Le prime a sparire sono state le opinioni altrui, quelle imposte senza permesso e senza cognizione.
“Secondo me sbagli”, mi dice la voce di un tizio che neanche conosco. Non mi pare di avergli chiesto niente. È rumore.
Poi è stato il turno delle paure, dei valori e dei desideri degli altri.
“Sei matto, vuoi mollare adesso che c’è la crisi?” Non è una mia paura.
“Avere un lavoro sicuro è importante.” Non è un mio valore.
“È meglio avere dei soldi da parte di questi tempi.” Non è un mio desiderio.
Questo è rumore. Solo rumore.
Le persone proiettano loro stesse su di noi. Lo fanno senza neppure accorgersene. Si aspettano che noi facciamo qualcosa perché essi la farebbero. Al contrario, si aspettano che non facciamo le cose di cui essi avrebbero paura.
Magari c’è della buona fede in quelle parole, ma ogni volta che prestiamo loro ascolto permettiamo a una voce che non ci appartiene di installarsi nella nostra mente. Una voce che farà rumore.
Fuori!
Fate silenzio!
Ma ancora non basta. C’è anche il rumore che viene da dentro.
“Come posso mollare adesso, dopo tutti gli anni che ho sacrificato per laurearmi? Forse se avessi un po’ di pazienza, le cose si sistemerebbero.”
Quante volte l’ho pensato…
Era il mio passato che parlava. Ho scelto io di studiare ingegneria e ne ero convinto. Pensavo di sapere cosa stessi facendo, ma avevo 19 anni, ero solo un ragazzino. Come potevo capire il significato di una cosa così grande come “il resto della vita”? Non lo capisco nemmeno adesso che ho quasi il doppio degli anni…
Quando ho pensato di cambiare strada è arrivato il senso di colpa, puntuale. Una voce dal passato, ancorata all’immagine cristallizzata di un ingegnere di successo. Una promessa che avevo fatto a me stesso tanto tempo prima. Una promessa che rischiava di diventare la mia condanna a vita.
Anche questo è rumore.
Una volta che ho zittito tutte le voci, sono perfettamente in equilibrio. Non sono sbilanciato verso l’immagine che gli altri hanno di me, né verso quella che io avevo di me stesso.
Sono io, nel mio tempo presente, e sono nel perfetto silenzio.
Ci ho messo trent’anni a trovare questo posto, e non è facile restarci. Ma ora che so dov’è, ci torno tutte le volte che ne ho bisogno.
Perché in quel silenzio ho sentito finalmente chiara, per la prima volta, l’unica voce che ha la saggezza, il cuore, e il diritto di dirmi cosa fare: la mia.
Tutto il resto è solo rumore.
Photo by Bart
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“