Come ho raccontato in un precedente articolo, non stavo nemmeno cercando una casa editrice che mi pubblicasse.
Detto questo, un giorno vengo contattato da qualcuno interessato alla mia storia.
Non faccio nomi, perché, secondo gli standard dell’editoria in Italia, si sono comportati bene con me. Sono stati cortesi e non voglio far pubblicità negativa. Era una casa di medie dimensioni, con qualche centinaio di libri in catalogo e un buon nome. Non avrei dovuto pagare niente e non mi avrebbero chiesto di acquistare copie in cambio della pubblicazione (come fanno alcune case minori, o truffaldine). Si sarebbero presi cura di tutto: editing del testo, impaginazione, stampa, promozione, pubblicazione e distribuzione.
In breve, erano interessati al mio libro, e se fosse dipeso da loro, io sarei già pubblicato.
“Ok” chiedo “ma io cosa ci guadagnerei?”
Il 6% sul prezzo di copertina. Lordi.
Facciamo due conti? Supponendo di vendere il libro a 12€, l’autore prenderebbe 72 centesimi, meno tasse.
La percentuale è più bassa di quello che mi aspettavo. Molto più bassa.
“Ok” continuo “ma quante copie può sperare di vendere un autore emergente come me?“. Faccio questa domanda perché se vendessi un numero davvero grande di copie, potrei capire e in parte giustificare quest’offerta.
In media un autore come me vende sulle mille copie, secondo loro.
Continuiamo i conti. Io mi dedico anima e corpo a questo progetto da un anno, e ci guadagnerei 720 euro meno tasse. La casa editrice, che ci lavora solo gli ultimi tre mesi, se ne prende più di 11000, il 94%, quindici volte tanto.
Io la trovo una presa per il culo.
Capisco che ci siano costi fissi di stampa, di distribuzione, etc. ma cos’è un libro? È un contenitore di parole. Senza le parole non esisterebbe libro. È possibile che un contenitore valga quindici volte ciò che contiene?
Se accettassi, mi troverei di nuovo a vendere il mio tempo, la mia esperienza e -in questo caso posso proprio dirlo- la mia vita, per arricchire qualcun altro, mentre io mi prenderei le briciole.
Io non mi accontento delle briciole di un pasto che ho cucinato io.
Avrei accettato uno scambio equo: io vi scrivo un libro, voi lo pubblicate.
Invece siamo arrivati a pensare che sia l’autore a dover elemosinare l’attenzione delle case editrici, o che facciano loro un favore, a pubblicarlo.
Beh, non è più così. Nel 2014 le opzioni per chi vuol far da solo sono numerosissime, e io non ho paura di sperimentare.
Posso confezionare un buon prodotto editoriale e promuoverlo anche da solo o con l’aiuto di qualche collaboratore. Eliminando dal processo gli intermediari superflui, la mia fetta sul guadagno sarà molto più grande, come è giusto che sia.
Ho rinunciato spontaneamente a un lavoro molto ben retribuito per poter scrivere. Quando il libro sarà finito, avrò tutto il tempo per farlo conoscere e farlo arrivare a casa di chi lo vuole leggere. Mal che vada, imparo un nuovo mestiere, no?
E le briciole le lascio ai piccioni.
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Photo Credit: Jenny Kaczorowski

Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“