Una delle mie frasi preferite suona più o meno così: “Tutti dicevano che quella cosa non si poteva fare, poi arriva un tizio che non stava ascoltando, e la fa”.
Io adoro quel tizio, soprattutto il suo atteggiamento: è esemplare, un’autentica lezione di vita. Immaginatevi la scena.
Primo, quando tizio arriva, manifesta una spiccata noncuranza per l’opinione altrui, che è un modo educato di dire che se ne sbatte altamente le palle. Gli altri sono lì a scuotere la testa e borbottare come pentole di fagioli, e lui arriva bello come il sole e neanche li degna di uno sguardo. E già qua non può che essermi simpatico.
Secondo, nascosta tra le righe o forse in una delle virgole, in tizio ci deve essere anche un po’ di autocritica, perché non sappiamo qual è la cosa di cui parlano tutti, ma sappiamo come dato certo che non è stata fatta. Quindi il tizio una domanda a sé stesso se la pone: posso farcela io? Cerca dentro sé stesso la risposta, e la trova: sì, ce la può fare. E quindi c’è anche la fiducia in sé stesso.
Terzo, un po’ di incoscienza. Perché, ripetiamolo, se quella cosa proprio non è mai stata fatta, vuol dire che nessuno ci ha mai provato oppure nessuno ci è mai riuscito. Ci saranno motivi validi per questo, ma il tizio che fa? Ci prova lo stesso, ovvio. Non solo se ne frega delle opinioni, ma anche delle statistiche. E ha ragione: se crede di poterci riuscire, perché non dovrebbe provarci?
E quarto, la cosa che forse amo ancora di più: l’arroganza. Oh, quanto è arrogante tizio! Ma non quell’arroganza fastidiosa dei presuntuosi, ma l’arroganza adorabile degli sfacciati. Perché tizio non si accontenta di arrivare e provarci, fregandosene di opinioni e statistiche, ma ha anche la faccia tosta di riuscirci! E davanti a tutti! Mica nascosto in uno scantinato o in qualche laboratorio, così che qualcuno poi possa anche dubitare del risultato o criticare il procedimento. No, davanti a tutti, in faccia! Tiè! Guardate, incartate e portate a casa. Ora potete stare muti: tizio qui ha finito.
Me lo immagino che se ne va con la stessa baldanza con cui è arrivato. Che ce l’abbia un mezzo sorrisetto in faccia? O magari è un po’ imbarazzato per aver fatto svergognare così tanta gente e si sente un po’ in colpa: se ne va a testa bassa mormorando qualche parola di scusa.
No, secondo me se ne frega, come se n’è fregato quando è arrivato. Tizio in testa ha cose ben più importanti, magari la prossima cosa “che nessuno ha fatto”.
Vai, tizio, vai a fare anche quella e ricordaci di nuovo come si fa a sognare in grande.
Io amo tizio, punto.
E per il 2017, suggerisco a tutti, me compreso, un buon proposito: dovremmo essere tutti un po’ più tizio e un po’ meno pentola di fagioli.
Evviva tizio.
E buon 2017 a tutti.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“