Ogni tanto capita, mi viene un dubbio, mi chiedo se sto facendo la cosa giusta e alzo gli occhi.
Mi guardo intorno, e vedo moltissime persone che si considerano, e affermano di essere, “arrivate”. Sono relativamente giovani, hanno un lavoro decoroso, un’auto che non è niente male da lucidare la domenica mattina, un mutuo a trent’anni sulla casa, e non più di due bambini.
Dev’esserci sicuramente qualcosa che non va in me, ma io vedo gabbie. Tante gabbie dorate, con i fiori alla finestra e le sbarre lustrate da poco.
Con qualche notabile eccezione, che sinceramente ammiro dal più profondo del cuore, io vedo persone che si sono sedute da qualche parte, lungo il cammino. Hanno trovato un sasso comodo, e si son fermati lì. Un sasso comodo su cui diventare vecchi.
Attenzione, questo non vuole essere un giudizio! È un punto di vista assolutamente personale, e come tale può non essere condiviso, ma di per sé non è giusto o sbagliato: è personale, appunto. Come dicevo in un’altra occasione, le “verità” le lascio ai religiosi.
Il fatto è che io vedo quelle persone così, e non riesco a capirle, mi sforzo ma non ci riesco proprio. Magari è un limite mio, ma non riesco assolutamente a concepire che la vita possa fermarsi in un punto, per poi continuare come una sequenza al rallentatore, un ciclo infinito di ferie ad agosto, di anni sfortunati perché ci sono pochi ponti, di bambini che “Oddio, come sei cresciuto!”, di rate da pagare, scarpe nuove e lunedì mattina.
Magari sono io il cretino che passerà una vita del cazzo alla ricerca di qualcosa che avrebbe potuto avere da sempre. Il fatto è che una volta che ti sei fatto una domanda, non puoi più dimenticare che manca una risposta. Una volta che hai visto qualcosa, non puoi più cancellarlo dagli occhi.
E nel mio caso, una volta che hai assaporato la Libertà, non puoi più dimenticarne il gusto.
Non c’è più niente da fare, vecchio, è troppo tardi. Hai passato il punto di non ritorno, è finita, amico!
Game over!
Non te ne sei ancora accorto, ma ti sei già trasformato in qualche strana bestia assetata di quel nettare squisito, e il ricordo di tutti gli altri sapori si dissolve. Attraverseresti il mondo intero pur di averne ancora, solo un altro goccio.
Forse alla fine dei giorni sarò io lo sfortunato, l’infelice, lo sciocco… lo so benissimo.
Mi sono messo a scalare una montagna enorme, e senza sapere cosa ci sarà in cima, né se ci arriverò, mi sto tagliando la via del ritorno alle spalle. Che incredibile sciocchezza. Ma cosa posso dire, amici miei?
Sono ancora lontanissimo dalla vetta, ma a me la vista da quassù già piace tanto.
Io vado avanti.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“