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THE END

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Lavorare meno, lavorare meglio

Tempo di lettura stimato : 2 minuti

Qualcuno si è finalmente accorto che lavorando meno si lavora con maggiore efficienza e si è più produttivi. Confermo tutto: io l'ho fatto per quattro anni.

all-work-no-playIspirato dalla lettura di questo articolo, voglio condividere la mia personale esperienza lavorativa, relativa al periodo in cui ero un programmatore nomade.

La tesi dell’articolo citato è che lavorando meno, la produttività aumenta. Chi fa molti straordinari e non stacca mai neanche in vacanza lavora peggio di chi si prende il giusto riposo. La stanchezza fa prendere decisioni sbagliate, rende più difficile la concentrazione e, in breve, diventa controproducente.

Confermo tutto e sottoscrivo. E ci lascio pure una citazione! Un’arancia a chi indovina.

All work and no play makes Jack a dull boy

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Per quattro anni sono stato libero professionista (come programmatore freelancer) e mi sono mantenuto lavorando solo venti ore a settimana, l’equivalente di un part time.

Indipendentemente dal mio guadagno, la cosa da osservare è che in quattro ore al mattino ero più produttivo che in un’intera giornata di lavoro “normale”. Mi svegliavo con calma, senza fretta. Verso le nove ero seduto al computer. Entravo subito e senza difficoltà in uno stato di concentrazione quasi assoluto, magico. All’ora di pranzo avevo già finito le mie ore e il resto della giornata era tutto per me.

Non ho mai conosciuto un periodo lavorativo sereno come quello. Non solo: ero efficientissimo. Addirittura i miei clienti erano spesso sorpresi della rapidità con cui portavo a termine i compiti. Le mie erano quattro ore di lavoro pieno, non otto ore che passavo a cincischiare, ad annoiami o a cercare di digerire la pasta alla carbonara del pranzo. Ero lucido, rapido e motivato. Una macchina da guerra.

Mi proposero più volte di passare a una collaborazione full-time, raddoppiando le mie ore fino a quaranta per settimana e il mio guadagno di conseguenza, ma rifiutai sempre. Un giorno, durante una riunione in teleconferenza, mi chiesero: “stai lavorando anche per qualcun altro?” Non riuscivano a capire cosa facessi nel resto del tempo, o perché rifiutassi di essere pagato il doppio.

“Sto lavorando per me stesso”, risposi. “Per la mia serenità. Sono veloce perché lavoro poco. Vi vendo per una cifra onesta una parte ragionevole del mio tempo, ma ne rimane ancora tanto per me. Per questo mi siedo alla scrivania contento di quello che sto per fare.

Voi avete l’illusione che se lavorassi il doppio del tempo otterrei il doppio dei risultati, ma non è così. Al pomeriggio non sarei concentrato come al mattino. La notte dormirei male, oppresso dai pensieri di quello che non sono riuscito a terminare. In poco tempo tornerei a odiare, di nuovo, quello che faccio per vivere.

Voi paghereste il doppio, io guadagnerei il doppio, ma voi otterreste forse meno di quello che già avete.  Permettetemi allora di farvi risparmiare soldi. Non riuscirete mai a farmi lavorare meglio, o di più, o con più dedizione, di come sto facendo adesso. Il miglior affare che potete fare è lasciare tutto com’è.”

Quelle splendide persone che erano i miei clienti compresero e non mi chiesero mai più di lavorare otto ore al giorno. Fu l’inizio di un rapporto di lavoro fantastico, un autentico idillio che durò la bellezza di quattro anni. Un giorno decisi di dedicarmi alla scrittura e smisi di fare il programmatore, ma questa… è un’altra storia.

Questa è la mia esperienza, ed è stata superlativa. Ora però si pone un problema: come facciamo a farglielo capire al resto del mondo del lavoro?

Photo by Tau Zero

È uscito il mio nuovo romanzo!

THE END

Thriller distopico

Abiti in un mondo perfetto, vivi una vita lunghissima, muori il giorno prestabilito. Ma se scoprissi che il prezzo da pagare è altissimo?

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Ottobre 30, 2014 - Lavoro, Società

Sulla Strada Giusta

Il viaggio è negli occhi, nel cuore e nella testa, e non finisce mai.

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l’orizzonte, infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l’avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall’India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l’altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l’importante è mettersi in gioco. Dopo il successo del blog Wandering Wil e i tantissimi lettori incontrati in Rete, Francesco Grandis è riuscito nell’impresa di pubblicare la sua storia. Sulla strada giusta è un “urlo nel silenzio” per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

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Sulla strada giusta
Il libro di Francesco Grandis

THE END – Il mio nuovo romanzo

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Wandering Wil

Francesco Grandis
Francesco Grandis, in arte Wandering Wil. Vagabondo del mondo e della vita dal 2009, ma solo part time. Ex ingegnere, ex programmatore nomade, oggi scrittore esordiente e padre.
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