Chilometro 5701 – Giorno 38.
Capo Nord è come mi aspettavo: un parcheggio affollato di turisti, un orizzonte sul mare così vasto da mostrare la curva del nostro pianeta, e il fascino simbolico che rappresenta “la fine della strada” per i viaggiatori che arrivano da sud. Sempre ammesso che non siano arrivati in aereo.
Mi devo allontanare dalla confusione dei turisti giubilanti, rumorosamente impegnati a scattare centinaia di versioni della stessa foto, e mi cerco un posto più appartato e silenzioso dove attendere il picco più basso del sole, che in questo momento è tornato a nascondersi dietro alle nubi.
Per passare il tempo, osservo proprio le nuvole scorrere rapide, e le loro ombre sul mare. E’ bello vederle galleggiare di fronte a me, anche se mi stanno coprendo lo spettacolo che ero venuto a guardare.
Ad un certo punto, mi rendo conto che uno strano cane mi sta fissando. Lentamente l’animale si trasforma e diventa una signora che impasta una torta, poi una mano aperta, poi un uomo in maschera che urla spaventato da chissà cosa… infine sono sicuro di aver visto un uomo coccodrillo in tunica, e mi pare abbia avuto un attacco di cuore, poverino.
Come un teatro, le nuvole hanno messo in scena un altro spettacolo per me.
Le immagini continuano a scorrere veloci, mentre la coltre di nubi pian piano si infittisce sempre più. Alla fine devo constatare che la mia porzione di sole, per stanotte, è finita.
Mi incammino verso l’auto, cercando di trovare un senso a queste due giornate passate ad aspettare un sole di notte che si è fatto vedere ma non del tutto, e mi rendo conto che un significato non c’è, non deve esserci sempre.
A volte basta solo lasciare andare gli avvenimenti e i pensieri, come queste nuvole, lasciare che si trasformino, che mutino, che diventino questa o quell’altra cosa, e forse un giorno, si metteranno da parte e ci lasceranno guardare il sole.
Sorrido.
Alla fine il significato l’ho trovato anche oggi.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“