Come molti di voi già sanno, tra il 2009 e il 2010 sono partito per un giro del mondo che ha cambiato la mia esistenza e ha dato il via alla mia ricerca della felicità. Sei mesi di viaggio solitario attraverso cinque continenti, un’esperienza di vita unica e per certi versi irripetibile. Spesso, quando ne parlo, qualcuno mi chiede quanto è costato.
Non poco, ma non dico mai quanto di preciso.
Perché?
Perché siamo abituati a misurare tutto sulla base di numeri, e la mia risposta rischia di sembrare un “requisito” necessario. Come dire che senza quei soldi non si può fare un giro del mondo o, peggio ancora, non si può cercare la felicità.
E questo è falso.
Indipendentemente da quanto fosse, ho speso tutto quello che avevo. Avessi avuto di più, avrei fatto un giro più lungo o mi sarei permesso più lussi. Avessi avuto di meno, avrei fatto le cose in modo più economico.
In breve, ho fatto quello che ho potuto con quello che avevo.
Ci sono molti modi economici per fare esperienze in giro per il mondo, se questa è la preoccupazione. Sono moltissime le persone che ne parlano, basta cercare su internet (questo potrebbe essere un punto di partenza).
Qui però non si sta parlando solo di viaggiare, ma anche e soprattutto di mettersi alla ricerca. E la cosa migliore che un individuo può fare quando si mette alla testa di un sentiero lungo e difficile come questo, a mio avviso, è capire su cosa può davvero contare e su cosa no. Fare una sorta di inventario delle proprie possibilità, non solo materiali ma anche personali.
Io per esempio cos’avevo?
Una buona specializzazione, che mi dava la relativa sicurezza di riuscire a trovare un altro lavoro al mio rientro. Non avevo nessun legame particolare, parlavo un buon inglese, amavo viaggiare, ero di carattere indipendente e avevo un po’ di soldi da parte. Con queste possibilità a disposizione, il meglio che potevo ricavarne era un giro del mondo. Se avessi fatto di meno, per assurdo, avrei fatto troppo poco.
Ecco perché non voglio dire quanto ho speso. Perché è irrilevante e porta fuori strada.
Chi può contare su possibilità diverse dalle mie, potrà fare qualcosa di adeguato ad esse. Il risultato non deve essere necessariamente inferiore o superiore. Sarà semplicemente diverso. Personale.
Ma ci sono un sacco di persone che soffrono perché vorrebbero vivere la vita di qualcun altro. Vorrebbero essere più ricchi, più belli, più famosi. Vivono una vita fuori dalle loro possibilità, e si condannano da soli alla frustrazione di una strada che non li porta da nessuna parte.
È molto meglio trovare il centro in noi stessi, e ottenere il massimo da quello che siamo e quello che abbiamo. Disegnare lo spazio e i confini della nostra libertà, e prendercela tutta, senza sprecarne neanche un pezzetto.
Fare di più è rischioso, fare di meno è uno spreco.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“