Alle mie spalle lascio Urbania, e l’inaugurazione del mio tour. Una serata al Nascondiglio che è una perla: un ambiente amichevole, una poltrona, un bicchiere di birra fresca, tanta gente seduta attorno ad ascoltare, e un silenzio che “neanche il lunedi sera”, mi dirà il proprietario.
Saluto dicendo che tornerò. E lo farò.
Oggi sono a Urbino. Il classico “dato che siamo qui…” Ci concediamo una mattina di turismo, ogni tanto ci può stare.
Michele si guarda intorno da dentro il marsupio con cui lo porto, i suoi occhioni puntati su questo o su quello secondo uno schema che ancora non capisco del tutto. La curiosità più assoluta, direi. Figlio di viaggiatore, in camper si annoia sempre con gli stessi giocattoli, qui guarda e sorride.
Saliamo lungo le salite ripidissime della città. Farebbe un gran bene vivere qui, tutto questo esercizio fisico. Chissà se alla lunga diventa una rottura, però?
È una città bellissima, tutti questi mattoni rossi, i tetti con le tegole come li facevano una volta. Mi spiace non avere tempo per esplorare ogni viuzza ed ogni angolo, lasciando alle spalle le strade più affollate.
Abbiamo tempo solo per un pranzo veloce. Evitiamo i bar da studenti e le osterie affacciate sulle piazze principali. Vedo un cartello che punta verso una vietta silenziosa. “Il cantuccio”, dice. Mi piace il nome. Andiamo? Lisa è d’accordo.
E il Cantuccio è davvero un angolino piacevole e tranquillo. Ci piace.
Ci accoglie Andrea, il proprietario. Siamo i primi clienti. Chiediamo piatti tipici, non abbiamo voglia di mangiare cibo che conosciamo già. Ci arriva del vino frizzantino che va giù come acqua fresca, del formaggio stagionato in fossa, miele, e un primo saporitissimo.
Abbiamo mangiato bene, ma non mi dilungherò su questo.
Andrea ci racconta del posto e ci consiglia un percorso poco conosciuto. Mi racconta delle persone famose che hanno mangiato lì, e di quella volta che il suo ristorante è finito sul New York Times. Poi gli racconto cosa ci faccio io lì. Gli parlo del libro e del tour di presentazione. Gli racconto i miei progetti e le mie speranze, e lui ride assieme a me quando gli dico che la casa editrice mi aveva prospettato una vendita di sole 1000 copie.
Esce un attimo, e torna con una bottiglia di rosso. La appoggia sul tavolo: “questa la apri quando superi le 2000”.
Questo è quello che ricorderò di Urbino.
Un singolo momento in cui due estranei sono riusciti a condividere qualcosa, un attimo di simpatia, pura empatia tra esseri umani.
Qualcuno potrà dire che è stata una mossa commerciale, per accattivarsi due clienti.
No. E non mi interessa.
L’ho già scritto da qualche parte: “il corpo è molto chiaro quando parla”. E i miei occhi lucidi hanno raccontato una verità molto semplice: due persone che non si conoscevano sono state per un prezioso istante vicini, amici, fratelli.
Questo è il mondo che amerei vedere, tutto il resto non ha importanza.
Saluto dicendo che tornerò.
E lo farò.
Il mio nuovo romanzo!
IFALIK
Avventura | Mistero | Riscatto
“Salgo sul Trono di Pietra, lascio spaziare lo sguardo
su quello che è a tutti gli effetti il mio dominio, e penso a tutte le cose che mi mancherebbero se me ne andassi o a tutte le cose che non sopporto più. Qui sono contemporaneamente libero e non lo sono. Sono un re prigioniero.“